Zingaretti: «Per battere Salvini dobbiamo svelare il suo imbroglio»
Il Segretario del Partito Democratico: «Non è vero che lui difende i più deboli». Marcucci: «Si deve lavorare tutti da dentro il partito».
ROMA - Matteo Salvini può essere battuto, ma solo a condizione di «svelare il suo imbroglio». Lo ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti, concludendo i lavori della direzione. «Penso che sia possibile sconfiggere Salvini se abbiamo chiaro in testa il nostro compito», ha spiegato. Bisogna smontare il messaggio che Salvini vuole trasmettere, quello di una Lega che sta dalla parte dei «soggetti sociali più deboli e marginali della nostra società. E' vero esattamente l'opposto». Insomma, «occorre una capacità di battaglia politica che sveli questo imbroglio».
Pd usi pluralismo per guardare al futuro non al passato
Il pluralismo in un partito è un valore, ma deve essere usato per «costruire il futuro» e non per guardare al passato. «Riusciamo a spostare questo pluralismo interno dall'ancoraggio sulla storia del passato o del presente e invece lo applichiamo a costruire il futuro?». Insomma, non bisogna «eliminare il pluralismo», ma «metterlo al servizio di una nuova piattaforma per l'Italia».
Marcucci: «Si deve lavorare tutti da dentro il partito»
«Io credo si debba lavorare tutti dentro il Pd, ognuno con le proprie idee. Io credo che non ci sia mai stata. Io credo che sia stata una boutade elettorale». Così Andrea Marcucci capogruppo del Pd al Senato poco fa ai microfoni di Rai Radio1 all'interno di «Radio anch'io» condotto da Giorgio Zanchini parlando dell'ipotesi di fondazione di un partito da parte di Carlo Calenda.
Gli «elogi» al candidato Calenda
«Il candidato Calenda - ha detto Marcucci - è stato un autorevole, e anche di successo, candidato del Pd alle ultime elezioni europee. Credo che lui abbia portato voti al Pd e che il Pd abbia fatto votare lui come candidato. Credo sia stato un incontro fortunato e quindi oggi non posso pensare che ci sia un mandato di costruire un partito, un partitino al centro. Per fare cosa? Io credo si debba lavorare tutti dentro il Pd, ognuno con le proprie idee. Io parlo a tutti. In effetti, Zanda, Gentiloni, Zingaretti, nelle stanze del Pd mi sembra si parli più romano».
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