19 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Governo

Scoppia il caso Arata, Giorgetti nel mirino dei 5 Stelle

Di Maio parla di crisi, Salvini nega, ma è scontro fra i gialloverdi. Il Movimento 5 stelle presenta il conto all'alleato che stando ai sondaggi lo sopravanza da tempo nei consensi degli elettori

Il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti
Il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti Foto: ANSA

ROMA - Manca più di un mese alle elezioni europee ma il Venerdì santo è una nuova giornata di scontri e polemiche fra gli alleati nel governo gialloverde. Mentre proseguono gli scontri fra leghisti e stellati su Roma e sulla sindaca Virginia Raggi, l'ultimo capitolo del confronto tocca il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che avrebbe assunto come consulente Federico Arata, figlio dell'imprenditore Paolo Arata, coinvolto in una inchiesta per corruzione (che tocca anche il delicato capitolo di presunti rapporti con imprenditori in odore di mafia) con il sottosegretario leghista Armando Siri.

Il Movimento 5 stelle presenta il conto all'alleato che stando ai sondaggi lo sopravanza da tempo nei consensi degli elettori: «Se quanto riportato dal Corriere della sera corrispondesse al vero», avverte una nota, «ci troveremmo di fronte a un vero e proprio caso. La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo». E Francesco Silvestri, deputato vicino ai vertici del M5S, accusa: «Salvini fa campagna elettorale minacciando i cittadini romani? Male, anzi malissimo! Qui nessuno è fesso. Tutti hanno capito che Salvini sta provando ad alzare il polverone su Roma solo per nascondere mediaticamente l'inchiesta per corruzione che coinvolge il sottosegretario Siri». Oggetto della polemica il no alla cosiddetta norma salva Roma «che farà risparmiare 2.5 miliardi di euro». Se ci sarà il no della Lega, avverte Silvestri, «io e i miei colleghi passeremo i prossimi 40 giorni a spiegare ad ogni singolo romano le 'ripicche' della Lega».

L'allarme del leader M5S Luigi Di Maio punta il dito sul Carroccio, che, sostiene, «anche oggi minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito». Salvini non cambia versione: «Abbiamo da lavorare», dichiara. «Nessuna crisi. Se qualcun altro ha dei dubbi chiedete a lui», commenta.

La Lega non molla il sottosegretario indagato e non si scompone, apparentemente, neppure di fronte alle ombre che lambiscono Giorgetti per il caso Arata. «Parlamentari e ministri della Lega - si legge in una gelida nota del Carroccio - continuano a lavorare anche in questi giorni di festa. Non rispondono a polemiche e insulti che si sgonfieranno nell'arco di qualche ora». Secondo la Lega «Federico Arata è persona preparata. Alleghiamo curriculum», si legge nel comunicato corredato in effetti dal documento sulle esperienze professionali dell'analista e consulente finanziario finito nell'occhio del ciclone. Mai nella tempesta come il Governo, però: senza una iniziativa diplomatica che svelenisca il clima, le settimane che mancano ancora alle elezioni europee potrebbero essere fatali ai due alleati oggi non solo in concorrenza ma apertamente in trincea l'uno contro l'altro.