Il «mea culpa» di Maurizio Martina: «Il nostro tallone d'Achille è stata la questione sociale»
Il candidato alla Segreteria del Partito Democratico: «Nella lotta alla povertà dovevamo fare prima e tutto il reddito di inclusione»
ROMA - «La questione sociale è stato il nostro vero tallone d'Achille. Nella lotta alla povertà dovevamo fare prima e tutto il reddito di inclusione. Dovevamo impostarlo in maniera netta e indiscutibile all'inizio del governo. Avremmo dovuto fare il salario minimo legale, ma non ne siamo stati capaci. Non abbiamo capito che la forbice di disuguaglianza cresceva anche nel Mezzogiorno, è stato un errore». Così Maurizio Martina, segretario reggente del Pd e candidato per la segreteria del partito a «1/2H in più» ospite di Lucia Annunziata.
Contestare idea sovranità Salvini-Di Maio
Per le Europee «dobbiamo sfidare Salvini e Di Maio su temi decisivi. Io contesto l'idea di sovranità che hanno. Dobbiamo lavorare per una nuova Europa, guardando di più al lavoro e alla possibilità di intercettare chi è rimasto deluso, lavorando anche con Calenda e gli altri che sono su questa strada».
Gli avversari
«I mie avversari sono Di Maio, Salvini e Berlusconi, non sono Zingaretti e Giachetti. Il nostro problema è questa destra pericolosa».
5 Stelle salvano Salvini per mantenere poltrona
«I vertici 5Stelle pensano di salvarsi la coscienza usando la piattaforma #Rousseau. Ma è solo la conferma che hanno perso l'anima. Salveranno dal processo #Salvini per tenersi la poltrona #diciotti».
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