28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Formula 1

Il manager: «Sì, Kubica è pronto per tornare a correre»

Il Diario Motori intervista in esclusiva Alessandro Alunni Bravi, manager del pilota polacco, dopo il suo ritorno nei test al volante di una moderna monoposto. A sei anni dal suo terribile infortunio, Robert sembra finalmente sul punto di rientrare nel Mondiale: «Non quest'anno, ma dal prossimo...»

ROMAAlessandro Alunni Bravi, manager di Kubica, come ha vissuto Robert questo ritorno?
Era veramente concentrato sul lavoro da fare con la squadra. Chiaramente era emozionato, anche per il grande affetto dei fan, ma non lo ha fatto trasparire, è rimasto sempre calmo e sereno.

Per quanto fosse difficile, nel più breve tempo possibile ha cercato di capire queste nuove macchine, così diverse da quelle che aveva guidato prima. E anche le condizioni di pista erano le più estreme, con oltre 35 gradi di temperatura e 55 sull'asfalto.

L'obiettivo alla vigilia era quello di sciogliere i dubbi sulla sua tenuta fisica e sulle sue prestazioni. Ha percorso due Gran Premi girando a un decimo da Palmer in qualifica: quindi i dubbi sono stati sciolti?
Non abbiamo ricercato assolutamente la prestazione. La squadra ha cercato di fargli confrontare le diverse mescole di gomme, per capire come cambia il comportamento della macchina, e di lavorare sull'assetto, per trovare il miglior bilanciamento. Non è stato mai simulato un giro di qualifica. L'obiettivo non era il tempo, ma raggiungere la massima conoscenza possibile della macchina avendo una sola giornata a disposizione. Robert non ha mai forzato, per evitare di commettere errori: e infatti non ha compiuto nemmeno una sbavatura. Eppure la prestazione, in linea con quella dei titolari, è arrivata in maniera naturale, e soprattutto ha convinto la sua simulazione di gara, veloce e costante. Non è mai sceso dalla vettura, se non per la pausa pranzo, e non ha avuto problemi né dolori.

Sembra pronto per tornare in gara.
Lo è.

A che punto sono le trattative?
Non vogliamo pressare. Con Robert abbiamo sempre detto la verità: vogliamo procedere un passo alla volta. I test sono stati positivi, anzi fantastici, sia per l'affetto dimostrato dal pubblico che per i risultati. Ringraziamo la Renault per questa grande opportunità: ora stanno facendo le loro valutazioni, ma quello che sarà domani non lo sappiamo.

Quindi queste voci che vogliono un suo ritorno già dal GP del Belgio sono esagerate?
Sono appunto voci: non se ne è mai parlato. È vero che Robert è pronto, ma pensare di sostituire un pilota titolare sarebbe presuntuoso e ingiusto verso la Renault. Ma se si presentassero delle altre occasioni per salire in macchina non sarà lui a dire di no.

Qualche prova del venerdì, magari?
Robert ha bisogno di correre, di fare Gran Premi, non prove libere. Non è pretattica, non è prudenza, solo la realtà: dopo le vacanze estive avremo la possibilità di parlare con la Renault, ma non c'è nessun programma né accordo. E, se ci saranno opportunità, le valuteremo. Bisogna essere realisti: il futuro è una pagina tutta da scrivere, e non abbiamo ancora cominciato.

Ma nella vostra testa c'è la volontà di tornare nel 2018?
Lo abbiamo detto da subito: con questo test volevamo dimostrare che Robert può essere ancora un pilota di Formula 1 ad altissimi livelli, un candidato per la Renault e per altri team. Stiamo lavorando per il 2018. E vorrei che anche gli altri credessero in Robert come lui ha creduto in se stesso. Può dare ancora molto.

Molti si chiedono come mai abbia aspettato addirittura sei anni.
A questa domanda può rispondere solo lui. Io ho la mia idea. Robert aveva bisogno di ritrovare la condizione fisica e psicologica per farcela. Ha compiuto un percorso, da solo, personale, intimo, con grande forza, e per questo merita rispetto.