28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Il futuro del Cavallino rampante potrebbe non essere nelle monoposto

Ferrari, spunta il clamoroso piano B: e se lasciasse la Formula 1?

I nuovi proprietari americani del circus minacciano di tagliare i premi in denaro alla Rossa? E lei risponde paventando l'addio al Mondiale, per rientrare nel campionato Sport prototipi, dove scrisse pagine di storia delle corse

ROMA – La Ferrari va alla guerra. Una guerra politica ed economica, s'intende, che vede sul fronte opposto i nuovi proprietari della Formula 1. A scagliare la proverbiale prima pietra sono stati proprio loro, il gruppo americano Liberty Media, che ha preannunciato una completa rivoluzione, a livello non solo tecnico ma anche commerciale, del circus, destinata ad investire anche la ripartizione dei premi in denaro alle scuderie. Lo slogan è «una distribuzione più equa»: basta, dunque, ai privilegi, persino quelli guadagnati in sessant'anni di presenza ininterrotta sulle piste di tutto il mondo. Basta ai 105 milioni di dollari che ogni anno la Ferrari incassa solo grazie della sua partecipazione al Mondiale: a partire dal 2020, ovvero alla scadenza dell'attuale Patto della concordia, gli accordi saranno ridiscussi, e i nuovi padroni faranno di tutto per ottenere un significativo taglio delle cifre che finiscono nelle casse di Maranello.

Verso le ruote coperte
Inutile dire che la Rossa non ha nessuna intenzione di subire questo sgarbo senza reagire. Arrivando al punto di minacciare di dire addio alla Formula 1 se la sua posizione di «long-standing team», ovvero di squadra più longeva sulla griglia di partenza, non venisse più riconosciuta. Magari, è l'indiscrezione che filtra dalla Scuderia, per rientrare nel Mondiale prototipi, il campionato che vanta come suo fiore all'occhiello la mitica 24 Ore di Le Mans (una gara che oggi affascina, tra gli altri, perfino campioni come Fernando Alonso, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi). Non sarebbe la prima volta in cui il Cavallino rampante paventa un'uscita dai Gran Premi per abbracciare altre competizioni. La stessa arma venne usata nel 1994, quando andò in produzione la F333 Sp: poi un accordo con l'allora patron Bernie Ecclestone fu trovato e questa barchetta non fu mai schierata ufficialmente dalla casa, ma affidata a team clienti si difese comunque con orgoglio fino al 2000. E la storia della Ferrari nelle vetture Sport è ancora più antica: la sua precedente partecipazione si concluse nel 1973, con il rammarico di un Arturo Merzario lanciato verso il successo a Le Mans che dovette alzare bandiera bianca solo per colpa di una perdita di benzina.

Che Mondiale senza Ferrari?
Chissà che questo dispetto promesso dalla Liberty Media non finisca, dunque, per avere un effetto collaterale positivo: quello di riaprire un capitolo glorioso della leggenda rossa nelle corse. Perché, in fondo, la Ferrari non è solo Formula 1. Anche se una Formula 1 senza Ferrari subirebbe dei contraccolpi economici non indifferenti. «Il rischio di tagliare il bonus alla Ferrari o di forzare l'introduzione di un tetto ai budget delle squadre potrebbe spingere proprio il Cavallino all'uscita dalla F1, con conseguenze irreparabili per la serie», ha messo in guardia l'autorevole rivista economica americana Forbes. A perdere di più da uno scenario del genere, insomma, non sarebbe certo la Rossa...