Il Pil cresce perché è stato dopato
Da alcune ore stiamo assistendo al teatrino degli esponenti della maggioranza che si compiacciono reciprocamente dell'aumento del Pil che ha registrato un + 1,5% rispetto al 2016. Ma il dato va contestualizzato
ROMA - Da alcune ore stiamo assistendo al teatrino degli esponenti della maggioranza che si compiacciono reciprocamente dell'aumento del Pil che ha registrato un + 1,5% rispetto al 2016. Salmodiano incessantemente frasi come «ma quanto siamo bravi», «ma quanto siamo intelligenti», «ma che efficacia le nostre riforme».
Purtroppo non si sono ancora udite 2 riflessioni, la prima sul perchè l'Italia sia cresciuta meno delle altre nazioni europee.
In un'economia interconnessa tutte le nazioni sono coinvolte sia nelle fasi di crescita che di decrescita, la crisi del 2008 è partita dagli Stati Uniti ed ha investito l'Europa indipendentemente dalla qualità delle politiche economiche che i singoli stati avevano adottato. Nessuno dice che l'economia italiana è pesantemente dopata. Nel tentativo di presentarsi in un momento di crescita alle prossime elezioni sono stati infatti presi i seguenti provvedimenti:
- Super ammortamento del 140% quindi gli imprenditori hanno investito per i propri beni strumentali l'anno scorso e quest'anno e poi calerà il volume degli investimenti.
- Esenzioni contributive per chi assume determinate categorie di persone, in primis giovani e persone da reinserire nel tessuto lavorativo; ottime iniziative ma un domani a questi soggetti la pensione andrà ben pagata.
- Politiche di bilancio in deficit, quindi lo stato ha continuato ad indebitarsi costringendo i nostri figli, un domani, a farsi carico di un maggior debito pubblico
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