Altro che campagna «nel merito»: Renzi ha fango per tutti
Il premier ha attaccato tutti quelli che si oppongono alla riforma della Costituzione, anche se da settimane sta ripetendo di far campagna per il Sì sui contenuti. Ai grillini ricorda le firme false di Palermo, a Salvini dice di andare a fare presenza in Europa quando si vota e su Brunetta dice «urla dicendo che non ci sono i soldi»
ROMA – Il premier Matteo Renzi durante il #MatteoRisponde del 1 dicembre ha attaccato tutti quelli che si oppongono alla riforma della Costituzione, anche se da settimane sta ripetendo di far campagna per il Sì «nel merito».
L'attacco al Movimento 5 stelle
La prima stoccata è per Beppe Grillo, che ha annunciato di voler denunciare il presidente del Consiglio per aver mostrato una finta scheda elettorale e aver sostenuto che gli italiani potranno votare i senatori, anche se con l'attuale legge elettorale non lo prevede. Il segretario del Partito democratico ha detto: «Il Movimento 5 stelle ha deciso di denunciarmi per aver mostrato questa scheda elettorale che abbiamo immaginato noi del Pd. Ecco, domani sarò a Palermo per cui se vogliono denunciarmi possono tranquillamente andare in Tribunale a Palermo, tra l'altro conoscono perfettamente la strada, visto che ultimamente ne hanno chiamati parecchi di loro». Il segretario del Pd ha poi ironizzato: «Io a differenza di loro non mi avvarrò della facoltà di non rispondere».
Brunetta «porta bene»
Poi è venuto il turno di Renato Brunetta, che per l'ex sindaco di Firenze «urla dicendo che non ci sono i soldi» sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. «Tra l'altro lo dico ai dipendenti pubblici, quando Brunetta dice che non ci sono i soldi porta bene», ha ironizzato l'inquilino di palazzo Chigi che ha spiegato: «Sono due anni che Brunetta continua a dire che serviranno manovre economiche correttive e oggi l'Istat gli da torto». Quindi Renzi ha mostrato la foto della ministra per la Semplificazione, Marianna Madia che sta siglando l'accordo con i sindacati, ricordando che «sono 85 euro, non è una elemosina. I sindacati lo hanno fatto apposta a fare 85 euro invece che 80 per dire che loro hanno messo qualche soldo in più di quelli che mettevamo noi. Va bene è una sfida al meglio. Intanto gli 80 euro per questi due anni e mezzo ci sono stati e continueranno ad esserci». A chi gli ha fatto notare che questo accordo sembra essere un regalo pre-referendum il capo dell'esecutivo ha aperto le braccia e ha detto: «Ragazzi si è chiuso quando si è potuto chiudere».
Il volantinaggio di Salvini
Anche il leader della Lega Nord è finito sotto il tiro di Renzi che gli ha contestato di aver partecipato nei giorni scorsi ad un volantinaggio per il No al referendum a Mantova. Per il premier però si è trattato di un atto grave perché in quelle ore il Parlamento europeo stava votando, «e io credo che il posto di un parlamentare europeo in quel momento, lo dico con rispetto a Matteo Salvini non fosse il volantinaggio ma fosse il proprio seggio al Parlamento».
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