L'appello della Fedeli al PD: «Parliamo di futuro dell'Italia»
La Senatrice del Partito Democratico: «Da mesi ci ritroviamo all'angolo delle nostre stesse ossessioni: congresso sì congresso no, Renzi sì Renzi no, con i 5 Stelle senza i 5 Stelle»
ROMA - «Le alleanze sono importanti ma gli elettori non ci giudicheranno solo su questo bensì sulle proposte che sapremo mettere in campo per contrastare questo governo e costruire un'alternativa forte, seria, credibile». Lo dichiara in una nota la senatrice Pd Valeria Fedeli.
FUTURO DELL'ITALIA - «Da mesi, tolta la contromanovra messa a punto da Pier Carlo Padoan, come Partito Democratico ci ritroviamo all'angolo delle nostre stesse ossessioni: congresso sì congresso no, Renzi sì Renzi no, con i 5 Stelle senza i 5 Stelle. Basta! Fuori c'è un mondo: donne, uomini, giovani, imprese, lavoratori. Invece di trascorrere tutto il nostro tempo a discutere di noi - è l'appello di Fedeli - dovremmo iniziare a parlare di loro e con loro. Riannodiamo i fili del dialogo con tutti i soggetti della rappresentanza sociale, economica, del terzo settore e delle associazioni civiche. Ripartiamo dall'idea di futuro che abbiamo per l'Italia e l'Europa, dalle proposte per far crescere lavoro e imprese, per contrastare davvero le tante e diverse povertà, per sostenere i necessari investimenti nella filiera del Sapere, nell'economia sostenibile, nelle infrastrutture. Nomi, alleanze, scissioni interessano molto meno di quanto debba interessarci il futuro dell'Italia».
RICHETTI: COSTITUENTE DEI DEMOCRATICI - «La nostra mozione rilancia il Pd, lancia la costituente dei democratici, non fa operazioni di alleanze ma parla ai movimenti laici e cattolici, e coinvolge fonti vitali della società che oggi non guardano al Pd e spesso neanche alla politica. La marcia Perugia-Assisi, quel fiume di 100 mila persone, è un fiume senza patria, senza cittadinanza nella politica attuale. Interpretare quelle istanze per noi vuole dire allargare il Pd». Così Matteo Richetti, che dopo il ritiro della sua candidatura si è schierato con Maurizio Martina per la segreteria del Pd, a proposito delle polemiche interne al Pd sul rapporto con il M5s. In una intervista rilasciata ad Avvenire, spiega che «il ceto produttivo e quanti sono contro le politiche discriminatorie di questo governo si stanno muovendo. Credo che vadano necessariamente unite. Noi siamo in campo».
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