10 dicembre 2024
Aggiornato 07:00
Governo

Renzi e quel "noi abbiamo fatto" che stride, mentre accusa M5s-Lega di "sfasciare" i conti

Matteo Renzi torna ad attaccare il governo commentando gli ultimi dati dello spread: "L'incantesimo durerà poco"

L'ex segretario del Pd Matteo Renzi
L'ex segretario del Pd Matteo Renzi Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - "Sale lo spread, oltre quota 300. Noi lo avevamo portato sotto quota 100». E ancora: "Salvini dice che è colpa di Soros e che lui va avanti. Il danno economico di questa #ManovradelPopolo lo pagheranno le famiglie, il ceto medio, i bisognosi ma lui ripete orgoglioso 'Me ne frego'». Matteo Renzi torna ad attaccare il governo commentando gli ultimi dati dello spread. "Hanno fatto una manovra economica che impaurisce i mercati, fa fuggire gli investitori e i risparmiatori, ma nonostante questo non manterranno le promesse elettorali. Reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero, flat tax al 15%: su questo hanno vinto le elezioni ma queste promesse, per me folli, non saranno comunque realizzate".

L'immagine della settimana? Il ministro Tria "zittito"
Per l'ex premier "l'immagine della settimana è quella del ministro Tria, l'uomo dei conti e dell'economia, che dopo una surreale conferenza stampa in cui si parla dei conti dello Stato viene avvicinato dai giornalisti per alcune domande ma mentre sta per parlare viene bloccato da una gentile signora e accompagnato all'uscita. Quella signora è nello staff di comunicazione di Palazzo Chigi". L'idea che un semplice portavoce o un comunicatore blocchi il ministro dell'Economia in sala stampa è una cosa che "non sta né in cielo né in terra" tuona Renzi. "Che autorevolezza sui mercati può avere il ministro zittito persino dall'altrui portavoce?".

"La realtà è il loro principale nemico"
Secondo l'ex premier "stanno sfasciando i conti, minano la credibilità e neanche mantengono le promesse. Per il momento gli italiani sembrano ancora con loro, a leggere i sondaggi, ma l'incantesimo è destinato a durare poco". Perché la realtà - continua Renzi - è il principale nemico di questi signori. Certo l'ex leader dem è un esperto di realtà, e verità: la fotografia del lavoro in Italia la dice lunga. Renzi è infastidito e mostra il suo fastidio: "Dicono che noi abbiamo tagliato i fondi per la sanità, falso. Dicono che noi abbiamo aumentato i disoccupati, falso. Dicono che noi abbiamo fatto crescere i reati, falso». Luigi Marattin secondo Renzi avrebbe spiegato bene i dati economici "prima e dopo la cura». "È impressionante - prosegue Renzi - come in questo mare di bugie nessuno creda più ai numeri, alle statistiche, alla realtà. Ciascuno può dire la sua e per loro i fatti non contano. Per loro conta solo ciò che dice Casalino".

Noi, noi, noi...
Evidentemente, però, non è solo un problema di numeri. "Noi siamo l'Italia che crede nel lavoro, non nei sussidi. Nei doveri, non nei privilegi. Nella crescita, non nell'assistenzialismo. Nelle infrastrutture, non nei comitati No-Tutto. Noi vogliamo un'Italia che corra». E infatti uno degli argomenti che il Pd affronterà alla Leopolda è che si è "improvvisamente bloccata" la lotta all'evasione fiscale "che a fatica avevamo lanciato noi. Perché se da sei mesi annunci un condono è chiaro che la gente non paga. Aspetta il condono. Nel frattempo le entrate per lo Stato crollano. E i cittadini onesti si sentono fuori posto. Così una manovra che serve a Salvini per prendersi gli applausi dei talk, 'la pace fiscale', diventa un danno economico per lo Stato e un danno culturale per i cittadini, che vengono abituati al messaggio: essere onesti non conviene".