28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Immigrazione

Migranti, Bruxelles apre all'Italia: ma il nuovo «piano» dobbiamo pagarcelo noi

Un portavoce della Commissione su Immigrazione e Asilo: «Riallocare fondi per accoglienza? Se sono italiani è possibile». I fondi comunitari «legati ai progetti»

BRUXELLES - L'annuncio del ministro dell'Interno Matteo Salvini secondo cui il governo sposterà 42 milioni di euro di finanziamenti delle attività di accoglienza dei migranti ai rimpatri di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale non riguarda la Commissione europea, se questi fondi fanno parte del bilancio nazionale italiano; mentre l'operazione potrebbe modificare i piani concordati con l'Ue (e necessitare dunque almeno di una notifica a Bruxelles), se fossero coinvolti fondi comunitari. Questo è quanto ha fatto capire, in sostanza, a Bruxelles la portavoce della Commissione Europea per la Politica comune dell'Immigrazione e Asilo, Natasha Bertaud, rispondendo a un giornalista durante il 'briefing' quotidiano dell'Esecutivo comunitario. «Quando si tratta di bilanci nazionali» ha detto Bertaud «evidentemente la cosa non ci riguarda».

I fondi europei «legati ai progetti»
Perché, ha aggiunto Natasha Bertaud, «i fondi europei che sono destinati all'immigrazione o alla protezione delle frontiere esterne sono sempre assegnati con un progetto», di norma «nel quadro dello sviluppo dei programmi nazionali sulla base dei due fondi che abbiamo»: l'Amif, Fondo per l'Asilo, l'Immigrazione e l'Integrazione dei migranti e l'Isf, il Fondo per la Sicurezza interna. «Abbiamo un accordo con gli Stati sulle cose per cui questi fondi vengono spesi; ma nel caso specifico - i finanziamenti per l'accoglienza ridestinati da Salvini ai rimpatri - non ho purtroppo più informazioni, per poter dire se si tratta o meno di fondi europei», ha concluso la portavoce.

I finanziamenti avuti dall'Italia
Secondo la Commissione, negli ultimi anni l'Italia ha avuto diversi finanziamenti comunitari destinati a gestire vari aspetti della questione migratoria per un totale di 847,16 milioni di euro, fra assistenza d'emergenza a partire dal 2015, e programmi nazionali di lungo termine per il periodo di programmazione 2014-2020, a titolo dell'Amif e dell'Isf, pari in tutto a 653,72 milioni di euro.

Fondo assistenza d'emergenza
I fondi per l'assistenza d'emergenza attribuiti all'Italia a partire dall'inizio del 2015 (193,44 milioni di euro) servono a pagare la sorveglianza delle frontiere esterne, le operazioni Sar (ricerca e soccorso in mare), il miglioramento delle strutture d'accoglienza (in particolare per i minori non accompagnati) e l'assistenza psico-sociale ai migranti.

Fondo per asilo, immigrazione e integrazione
Il Fondo Amif per l'Asilo, l'Immigrazione e l'Integrazione, con 387,7 milioni di euro all'Italia per il periodo 2014-2020, sostiene gli sforzi delle autorità nazionali per migliorare le capacità di accoglienza, assicurare che le procedure per l'asilo siano in linea con le norme Ue, integrare i migranti a livello locale e regionale e anche aumentare l'efficacia dei programmi di rimpatrio.

Fondo sicurezza interna
Il Fondo Isf per la Sicurezza interna, con 266,02 milioni di euro all'Italia, sempre nel periodo 2014-2020, sostiene invece gli sforzi nazionali per raggiungere un livello alto e uniforme di controllo delle frontiere esterne e per lottare contro il crimine transfrontaliero organizzato.