Salvini contro la «retorica» delle torture in Libia (e il finto buonismo di Macron)
Commentando lo sbarco a Pozzallo dei 108 migranti a bordo della Alexander Maersk, il ministro ha spiegato che erano persone soccorse su indicazione della Guardia Costiera

ROMA - "Noi siamo più buoni di Macron». Matteo Salvini, a margine dell'assemblea di Confartigianato a Roma, non risparmia una frecciatina a chi fino a ieri si professava "paladino degli ultimi». Commentando lo sbarco a Pozzallo dei 108 migranti a bordo della nave Alexander Maersk, il ministro dell'Interno ha voluto spiegare che erano persone soccorse su indicazione della Guardia Costiera e "le navi di ong straniere che hanno personale straniero, bandiera straniera e finanziatori stranieri non toccheranno i porti italiani. Quel gentiluomo di Macron - ha attaccato Salvini - è libero di accogliere chi vuole". Ci sono ancora "due o tre situazioni" nel Mediterraneo che Salvini dice di dover risolvere e "vedremo di farlo con umanità, ma con fermezza", perché questo è il ruolo che afferma di volere per l'Italia rispetto all'Europa: "Non ultimi, ma primi fra i primi". Il presidente del consiglio Giuseppe Conte "ha il nostro sostegno per ricordare all'Europa che se c'è deve battere un colpo" aveva detto ieri in Libia.
Molinari: "La politica ipocrita è finita"
Gli fa eco il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari: "Non accettiamo diktat da Macron, l'ultimo che può parlare di accoglienza. Il presidente francese se ne faccia una ragione: il tempo in cui si faceva bello grazie al lavoro e al sacrificio degli altri Paesi è finito». La Francia inizi a studiare come funziona la legislazione delle Ong e ad aprire le sue frontiere senza andare ad "elemosinare incontri strategici per scaricare su altri Paesi l'accoglienza" avverte Molinari. "La politica ipocrita è finita. L'Italia è stanca di essere l'unica meta di arrivo di migliaia di immigrati. Macron si metta in testa che il problema immigrazione va condiviso tra tutti i Paesi europei a fatti e non a parole".
"Abusi? Può essere"
Salvini ha anche commentato la vignetta firmata da Bucchi pubblicata ieri da Repubblica dove un 'Doctor Livingstone - Salvini' punta una pistola contro un africano: "Squallore incredibile. Che dite, iniziamo a querelare?». Il vicepremier e leader della Lega ha spiegato che occorre superare la "retorica" dei centri di tortura in Libia. "Non pretendo in cinque ore di aver scoperto l'universo libico", ha precisato rispondendo alla domanda di una cronista, ma ieri ha visitato, tra le altre cose, anche un campo di identificazione per coloro che sono stati riportati a terra dopo aver tentato di attraversare il Mediterraneo. Un centro che sarà pronto entro un mese e che potrà contare mille persone ma che, soprattutto, sarà monitorato dall'Unhcr. Salvini non nega che ci possano essere abusi ("Che ci siano campi gestiti male o forme di collusione con i trafficanti è possibile"), ma si tratta di "situazioni particolari». Anche per questo l'idea italiana è fornire tutto il sostegno possibile al governo libico perché questi "restino episodi». Salvini ha poi riferito ai giornalisti di aver visto un campo per migranti dotato di "centro clinico, impianto sportivo, mensa, spazio per bambini e supporto psicologico». "Spesso e volenteri sono gli equipaggi delle ong a essere più pericolose di altri per i migranti" ha detto.
Hotspot fuori dai confini con la Libia
Il ministro dell'Interno ha parlato anche della possibilità di creare hotspot per il trattenimento dei migranti in Africa, ai confini Sud della Libia ma fuori dal Paese. Questa la proposta italiana, appoggiata dal governo libico, maturata nel corso degli incontri di oggi durante la missione in Libia. I centri dovrebbero sorgere in Niger, Mali, Chassis e Sudan, ed un tavolo tecnico con esperti anche italiani per mettere a punto il progetto si dovrebbe svolgere già in settimana. Salvini ha chiesto infine che anche l'Europa sia partecipe del progetto stanziando fondi.
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