20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Governo

Berlusconi nega la fiducia a Conte. E si erge a paladino dell'Italia «che lavora e che ragiona»

Sembrano tornati i tempi del videomessaggio a reti unificate in cui annunciava la sua discesa in campo. Era il '94. Oggi tutto è uguale, ma i nemici sono cambiati

ROMA - Sembrano tornati i tempi del videomessaggio a reti unificate in cui annunciava la sua discesa in campo. Era il '94. Allora i "cattivi" erano i comunisti che "stavano per prendere il potere dopo aver scardinato la democrazia con l'uso politico della giustizia". Sono passati 24 anni e lui, l'"highlander" della politica, è ancora lì. Ad ascoltare le parole di Silvio Berlusconi oggi, in un nuovo video questa volta su Facebook, sembra di fare un tuffo nel passato. Sono cambiati i "nemici", ma la voglia di parlare alla gente è rimasta la stessa. Il problema è che quello dell'ex Cavaliere purtroppo è un linguaggio demodé, superato, appesantito da troppa retorica: è fin troppo evidente. "Nel corso di questi 25 anni abbiamo rappresentato la parte migliore dell’Italia, un’Italia che oggi chiede il cambiamento ma nella responsabilità e nella concretezza" dice. Il numero uno di Forza Italia è un fiume in piena, e non vuole sentire ragioni. Si opporrà con tutto se stesso contro questo governo, che tradisce, a detta sua, il voto degli italiani del 4 marzo.

"Forza Italia dalla parte delle persone per bene"
Berlusconi si erge a paladino dell'l’Italia "delle persone serie, delle persone di buon senso, delle persone per bene, l’Italia che ragiona e che lavora, ha esperienza e competenza e sente il dovere di aiutare chi è rimasto indietro». Insomma, "la parte migliore del nostro paese": a Berlusconi piace vincere facile e con queste parole ci prova ancora una volta. Forza Italia, spiega, è ancora qui oggi a rappresentare questa parte del paese, una parte "certamente maggioritaria" ma che in questi anni è stata "dispersa, disorientata e confusa». Si dice dalla parte degli italiani che vogliono eliminare l’oppressione fiscale il presidente di Fi, l’oppressione burocratica e quella giudiziaria. "Siamo quelli italiani consapevoli che non sono i cittadini al servizio dello Stato, bensì è lo Stato che deve essere al servizio dei cittadini, a cui deve garantire una piena e completa libertà». Libertà: quante volte lo abbiamo sentito questo mantra dai banchi di Forza Italia...

No al governo Conte
Il Cavaliere resta "coerente e fedele" al voto del popolo di centrodestra: "Saremo perciò molto rigorosi nell’opporci a tutto quello che giudicheremo non positivo per l’Italia e per gli italiani». E dunque ecco l'opposizione feroce che verrà al "pauperismo e al giustizialismo", ad ogni atto che mette in pericolo i conti pubblici e il ruolo internazionale del nostro Paese, il lavoro e il risparmio degli italiani, "la nostra libertà», sottolinea. Per questo "non possiamo che votare no alla fiducia a questo governo. Oggi l’Italia ha bisogno di ben altro, come nel ’94 quando facemmo nascere il centrodestra. Ancora oggi ci dobbiamo mobilitare per dare voce ad un’Italia che non può identificarsi nel governo giallo verde né naturalmente nella sinistra».

Per l'Europa
Forza Italia è ed è sempre stata dalla parte dell’Europa, perché l’Europa ha il "grandissimo merito" di averci garantito, dopo due guerre mondiali, 70 anni di pace assoluta. Ci ha garantito anche il "grande vantaggio" della libera circolazione delle persone, delle imprese e dei capitali attraverso delle frontiere sulle quali hanno lasciato il "loro sangue" milioni e milioni di giovani europei. Altrimenti detto liberalismo allo stato puro. Anche se Berlusconi apre a una riforma dei regolamenti e delle istituzioni Ue: "L’Europa deve comunque cambiare  rifondarsi dal basso, come una comunità di popoli liberi e non come una burocrazia asfissiante, perché altrimenti il sogno europeo potrebbe trasformarsi davvero in un incubo». Insomma – conclude – siamo consapevoli che quello che stiamo vivendo è il momento della serietà, della responsabilità, della capacità concreta di costruire il futuro sulla base dell’esperienza e della competenza. "E’ un dovere che abbiamo verso tutti gli italiani, ma che sentiamo soprattutto verso i giovani, ai quali dobbiamo lasciare un paese migliore come i nostri padri lo hanno lasciato a noi». Discorso da nonno invecchiato e saggio, che però saggio non è mai stato.