Fermi tutti: torna l'ipotesi staffetta di governo o si torna a votare?
Salvini e Di Maio ci sperano ancora: erano a due passi dalla fumata bianca, poi tutto è saltato, e non solo per il nome del premier
ROMA - Fermi tutti: torna l'ipotesi "staffetta di governo». Salvini e Di Maio ci sperano ancora: erano a due passi dalla fumata bianca, poi tutto è saltato, non solo per il nome del premier, ancora lontanissimo dall'essere definito, ma anche per i programmi, a quanto pare: sulla giustizia, sulle infrastrutture, sulla sicurezza, sui migranti ancora nessuna reale convergenza di intenti. Sui migranti, soprattutto, la Lega non è disposta a cedere: Salvini propone rimpatri di massa per gli irregolari e l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, Di Maio spinge per siglare patti bilaterali con i Paesi d’origine. Prima dell'ultima salita al Colle, il leader del Carroccio ha incontrato l’ex Cavaliere, che ancora una volta è diventato il convitato di pietra che tutti evocano ma nessuno nomina. Berlusconi avrebbe evidenziato a Salvini tutti i possibili problemi che un eventuale governo M5S-Lega potrebbe portare al Carroccio. E la Lega sembra essersi riavvicinata alla coalizione.
Tira e molla infinito
Sulla figura terza nessun accordo tra leghisti e grillini. Salvini ha proposto Giorgetti, bocciato, Di Maio ha fatto di tutto per conquistare Palazzo Chigi. L’economista Sapelli, dopo appena 14 ore di pura gloria, è finito nel dimenticatoio, anche perché, dicono fonti interne, non era gradito a Mattarella. Il Presidente della Repubblica potrebbe aver davvero esercitato la sua prerogativa di capo dello Stato, come aveva dichiarato citando Einaudi qualche giorno fa. L’ipotesi che Di Maio e Salvini abbiano presentato, in separata sede, una lista di nomi per il nuovo esecutivo, e che sia stata bloccata dal Presidente, è tutt'altro che campata in aria.
Staffetta o voto?
Dunque ora, nel 72esimo giorno di stallo politico post-elettorale, i due leader stanno tentando il tutto per tutto e starebbero valutando l'opzione staffetta: il cambio alla guida del nuovo esecutivo, un po' ciascuno, insomma. Troppo da "prima Repubblica" dice qualcuno, ma a questo punto le alternative non restano molte. Ritorno alle urne? Chissà. Salvini potrebbe pure essere tentato, e il nuovo voto popolare probabilmente gli darebbe ragione, mentre per Di Maio sarebbe più complicato riconfermare il risultato del 4 marzo. Anzi, a dirla tutta, dopo i «due forni», l’apertura al tanto odiato Pd e i continui cambi di rotta, potrebbe perfino perdere non pochi scontenti del Movimento, che magari guarderebbero proprio alla Lega.
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