28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Pd e dintorni

Pd-M5S, Orlando scopre le carte: «No a alleanze, ma dialogo doveroso»

Una linea - quella dell'assemblea - rifiutata dalla maggioranza del partito

Il leader della minoranza Pd Andrea Orlando
Il leader della minoranza Pd Andrea Orlando Foto: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI ANSA

ROMA - Il Pd «indichi le sue priorità, proponga una sua agenda sociale al Paese, altrimenti la nostra posizione sarà subalterna e chiusa nel Palazzo». È l'auspicio di Andrea Orlando, leader della minoranza Dem, che in un'intervista al «Corriere della Sera» definisce «un errore» il no della maggioranza del partito all'assemblea chiesta da lui e da Franceschini prima delle consultazioni al Quirinale per decidere collegialmente la linea da tenere. Per Orlando infatti poteva essere l'occasione «per dire che tipo di opposizione vogliamo fare» ad un eventuale governo M5s-Lega: «Se è ineluttabile, dobbiamo decidere se gli facciamo un'opposizione da destra o da sinistra».

No ad alleanze, sì al dialogo
Orlando nega di immaginare alleanze con M5s, «non le vedo percorribili», ma insiste nel ritenere «doveroso il dialogo con una forza che raccolto un terzo dei voti». Ma soprattutto chiede «un dialogo con il Paese» e che il Pd eviti il rischio «di smarrire la sua funzione», al bivio in cui si trova: da un lato "attendere l'eventualità che Forza Italia sia dilaniata dall'Opa di Salvini e capitalizzare l'uscita di parte di quell'elettorato" oppure «provare a recuperare i milioni di voti popolari andati alla Lega e al M5s». Le due strade «sono incompatibili", dice Orlando, che ritiene doveroso «evitare che una parte dell'elettorato di sinistra sia consegnato a forze antisistema».

È ancora Renzi a dettare la linea?
E alla domanda se sia ancora Renzi a dettare la linea nel Pd, Orlando risponde così: «La scelta della reggenza è stata fatta dalla maggioranza, a noi è stato chiesto di sostenerla per spirito unitario. Lo stiamo facendo e spero che tutti consentano a Martina di svolgere in modo autonomo il suo ruolo, rinunciando a un potere di interdizione» .