20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Unione Europea

Gentiloni: «In Europa si è aperta una nuova fase di speranza»

Il Presidente del Consiglio: «Bruxelles sia protagonista dei cambiamenti. Il contributo dei partiti socialdemocratici è indispensabile»

Angela Merkel, Emmanuel Macron e Paolo Gentilo al vertice europeo sull'immigrazione
Angela Merkel, Emmanuel Macron e Paolo Gentilo al vertice europeo sull'immigrazione Foto: ANSA

ROMA - Dopo gli anni della crisi «si è aperta una nuova fase di speranza per l'Unione Europea» ci sono «le risorse necessarie per evitare il declino del continente e per promuovere uno sviluppo sostenibile e equo» e mantenere il sistema di welfare europe, «società aperta e libera», che può essere «un punto di riferimento in un mondo circondato da incognite imprevedibili». A condizione si riesca ad «alzare lo sguardo verso il futuro e agire insieme per l'unità politica dell'Europa». Perchè «l'Unione Europea può promuovere riforme e farsi protagonista del cambiamento, piuttosto che subirlo». Lo scrive il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in un intervento pubblicato su diverse testate tedesche.

BUONE PROPOSTE - «Non ci sono ricette pronte per dotare l'Unione europea di strumenti più efficaci - spiega Gentiloni - ma ci sono buone proposte, come molte di quelle della Commissione europea». Inoltre "la presidenza in Francia di Macron ci dà una opportunità nuova». Dunque "per le forze progressiste il momento di influenzare il destino dell'Europa è oggi. Il contributo delle forze socialiste e democratiche è indispensabile. Per questi motivi guardo con speranza al tentativo della socialdemocrazia tedesca di costruire un programma all'insegna del riformismo europeo nei contatti sulla formazione di un governo con l'Unione guidata da Angela Merkel». Perchè Germania e Italia «hanno una responsabilità condivisa. Li unisce un patriottismo costituzionale europeo che ha radici profonde nella storia di questi decenni, e nell'impegno di grandi personalità politiche, quali Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, Konrad Adenauer e Willy Brandt».

MODELLO DI SVILUPPO DISTORTO - Gentiloni ricorda che «nel decennio che abbiamo alle spalle molti sacrifici sono stati fatti dai cittadini, ma non erano loro i responsabili dei vuoti che il sistema di governo e di protezione che l'Unione Europea aveva nell'affrontare una grande crisi globale nata lontano dai nostri Paesi e alimentata da un modello di sviluppo distorto. Le crisi sono perlopiù pagate dai più deboli nella società. Quando penso all'incompiutezza della politica europea per la migrazione non penso ai documenti che ci scambiamo tra le capitali europee: penso alle donne e ai bambini che si mettono in strada per disperazione. E so che a loro paesi come l'Italia e la Germania possono dare una risposta».

RIFORME - Quanto alle riforme che «dobbiamo compiere per rendere più competitive le nostre economie, per costruire una vera unione dei capitali e per potenziare il mercato interno», Gentiloni pensa «alle difficoltà di tanti artigiani e imprenditori europei nel trovare fonti solide di finanziamento per le loro piccole imprese. Penso alle diseguaglianze sociali che dobbiamo ridurre. Dobbiamo farci carico non solo delle insoddisfazioni e delle critiche dei cittadini ma anche della diffusa domanda di politiche comuni capaci di risolvere alcune grandi questioni del nostro tempo. La sicurezza e la lotta al terrorismo, la necessità di modernizzare costantemente le nostre economie puntando su ricerca e innovazione, la lotta all'inquinamento e ai cambiamenti climatici, la gestione ordinata della migrazione di migliaia di persone dai continenti a noi vicini, l'Africa per prima, che necessitano di un forte impegno per lo sviluppo e la pace. Politiche e temi che possiamo chiamare beni pubblici europei, e che riguardano il nostro comune futuro».