27 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Manovra finanziaria

Manovra, nell'emendamento «omnibus» spuntano fondi in più per gli italiani all'estero: così il Pd prova a fare campagna anche fuori dallo Stivale

Ecco tutti gli interventi previsti nel cosiddetto emendamento 'omnibus' alla legge di bilancio approvato dalla Commissione Bilancio del Senato a notte fonda. Ed ecco perché sono così importanti

Manovra, nell'emendamento «omnibus» spuntano fondi in più per gli italiani all'estero
Manovra, nell'emendamento «omnibus» spuntano fondi in più per gli italiani all'estero Foto: ANSA

ROMA - Promozione della lingua e cultura italiana all'estero - 1 milione di euro (aggiuntivi rispetto al finanziamento a regime) per il 2018, 1.5 milioni di euro a decorrere dal 2019, destinati in particolare al sostegno degli enti gestori di corsi di lingua e cultura; il Consiglio generale italiani all'estero - 400.000 euro, per il 2018, necessari per garantire almeno l'adempimento degli obblighi previsti dalla legge; i Comites - 100.000 euro per l'anno 2018; i contrattisti - 600.000 euro, a decorrere dal 2018, per l'adeguamento salariale del personale di cui all'art.152 del decreto del presidente della Repubblica 05.01.1967 n. 18; le agenzie di stampa - 400.000 euro a decorrere dal 2018, a favore delle agenzie specializzate sugli italiani all'estero che abbiano svolto tale servizio per il Maeci da almeno 5 anni; la stampa italiana all'estero - 500.000 euro per il 2018, a integrazione della dotazione finanziaria per i contributi diretti in favore della stampa italiana all'estero; le Camere di commercio italiane all'estero - 1 milione di euro per l'anno 2018."Soddisfazione per i risultati conseguiti nei capitoli di spesa concernenti le comunità italiane all'estero.

Carattere strutturale
Ecco tutti gli interventi previsti nel cosiddetto emendamento 'omnibus' alla legge di bilancio approvato dalla Commissione Bilancio del Senato a notte fonda, presentato dai senatori eletti all’estero Micheloni, Giacobbe, Turano, Di Biagio e sottoscritto dai senatori Longo e Sangalli. "Consideriamo molto importante il lavoro svolto in fase emendativa, di concerto con il Governo e il Maeci" spiegano i senatori "non solo perché sono stati recuperati fondi aggiuntivi, ma soprattutto perché buona parte di essi, quali quelli per la promozione della lingua e cultura italiana all'estero, per l'adeguamento salariale dei contrattisti, per le agenzie di stampa, hanno carattere strutturale, dunque andranno a integrare stabilmente nei prossimi anni la dotazione finanziaria relativa ai capitoli di spesa sopra citati".

In aumento gli italiani all'estero
Un'altra mossa elettorale, come ovvio. Anche perché, per quanto nel Belpaese se ne parli poco, anzi pochissimo, sono sempre di più gli italiani che emigrano verso l’estero, soprattutto giovani. Le principali mete restano il Regno Unito e la Germania. È quanto emerge, tra l'altro proprio nel giorno dell'approvazione dell'emendamento, dal report dell’Istat su «Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente – Anno 2016». Negli ultimi dieci anni, ricorda l’Istat, le emigrazioni sono più che triplicate, passando da 51mila a 157mila (+7% sul 2015), mentre le immigrazioni si sono ridotte del 43%, passando da 527mila nel 2007 a 301mila nel 2016. Gli emigrati di cittadinanza italiana nati all’estero ammontano a circa 28mila (+19% rispetto all’anno precedente): il 50% torna nel Paese di nascita, il 43% emigra in un Paese dell’Unione europea, il restante 7% si dirige verso un Paese terzo non Ue.

Regno Unito, Germania e gli altri
Se si guarda il Paese di destinazione si vede che le mete europee si confermano le preferite, con Regno Unito al primo posto (21,6%), seguito da Germania (16,5%), Svizzera (9,9%) e Francia (9,5%). I flussi verso il Regno Unito, passati da 17.000 a 25.000 in un anno con l’aumento del 42% sono però un effetto indotto dalla Brexit: molti italiani già residenti hanno dovuto registrarsi all’Aire (Anagrafe residenti italiani all’estero) per regolarizzare la loro posizione. In aumento i laureati italiani che lasciano il Paese, sono quasi 25mila nel 2016 (+9% sul 2015) anche se tra chi emigra restano più numerosi quelli con un titolo di studio medio-basso (56mila, +11%).