5 maggio 2024
Aggiornato 16:00
Immigrazione

Migranti, la rivelazione dell'ammiraglio Picchio: «C'è un disegno contro l'Italia. Serve intervento in Libia»

In un'intervista al Messaggero, l'ammiraglio Alessandro Picchio ventila la possibilità che esista un disegno deliberatamente messo a punto da chi ha interessi finalizzati a ostacolare l'Italia

Migranti
Migranti Foto: ANSA/Zuhair Abusrewil ANSA

ROMA - Mentre Francia, Spagna e Austria voltano le spalle all'Italia sui migranti, in un'intervista al Messaggero l'ammiraglio Alessandro Picchio, già consigliere militare dei governi di Silvio Berlusconi e Mario Monti, dice la sua. A suo avviso, c'è molto di più di quello che ci raccontano: «C'è un disegno contro l'Italia», spiega, puntando il dito contro quelle Ong accusate di trasformarsi da navi della salvezza a «taxi del mare». "Il problema va risolto in Africa dall'Onu e dall'Unione europea», sostiene. Secondo l'ammiraglio, alcune organizzazioni che operano nel Mediterraneo, con la scusa di essere non governative, «si lasciano guidare da uno spirito anarchico». E aggiunge: «Potrebbero presentarsi davanti a un porto francese o spagnolo o perfino del Nord Europa. Sono navi che in teoria non hanno uno Stato di riferimento, ma chi le finanzia, e i finanziatori spesso non sono italiani». «Chi vuol creare difficoltà all'Italia?», si chiede l'ammiraglio. «Da un lato le Ong seguono proprie logiche, dall'altro sottostanno a interessi finalizzati a ostacolare il nostro Paese».

Nodo Libia
Secondo Picchi, una delle chiavi di lettura di questa storia potrebbe essere il fallimento degli accordi bilaterali firmati a suo tempo con i Paesi nordafricani per limitare i flussi. «Hanno smesso di funzionare dopo la guerra in Libia, destabilizzata da Paesi come Francia e Gran Bretagna per non lasciare all'Italia il petrolio libico».

Dubbi sulle Ong
Anche allora, il risultato delle azioni dei nostri alleati europei fu mettere in difficoltà il nostro Paese. «Se salvo gente in mare in teoria devo portarla nel porto più vicino, cioè in Tunisia o a Malta o nel porto verso cui sono diretto. Le Ong non possono sempre sbarcare negli stessi porti che neppure sono i più vicini. Altrimenti c'è un disegno. Non è un caso che le Ong sbarchino sempre da noi. Le nostre difficoltà fanno comodo a certi cari cugini».

Intervento militare
Per Picchi, insomma, serve l'intervento di Francia e Germania, potenze decisive nell'Ue e nell'Onu: «Se lo vuole un gruppo di Stati importanti, le decisioni vengono prese e le missioni finanziate», assicura, ipotizzando addirittura interventi militari, in primis in Libia: «La stabilizzazione della Libia dovrebbe farla l'Italia, che sa parlare e trattare con tutte le tribù. Un intervento militare si può invece fare nei Paesi dell'Africa subsahariana dai quali i profughi provengono».