29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Legge elettorale

Toti: «No al proporzionale, no agli eccessi leaderistici e mai con Renzi»

«Non ho mai nascosto che il sistema proporzionale non mi convince, non avrebbe i numeri per dare un governo» ha detto il governatore della Regione Liguria. «L'alternanza è il fondamento del buon governo»

Il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti
Il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti Foto: ANSA

GENOVA - «Non ho mai nascosto che il sistema proporzionale non mi convince, non avrebbe i numeri per dare un governo». Così il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti nel corso della terza serata della rassegna Garda D'Autore, che aggiunge: «Costruirebbe un pacchetto perfetto per quell'antipolitica alimentata da una politica che non sa dare risposte. La legge elettorale con proporzionale alla tedesca, sbarramento al 5% con premio di lista, non è la mia legge. Non credo che il Parlamento la farà». «Io credo in una legge maggioritaria - aggiunge Toti - che tenga insieme il centrodestra così come il centrosinistra, che eviti gli eccessi leaderistici da entrambe le parti e soprattutto che consenta agli elettori di guardare in faccia coloro che vengono votati». "L'alternanza di Governo è fondamento del buon governo. Non ho nessuna animosità nei confronti di Renzi e del PD. Posso capire chi la pensa diversamente da me ma non posso farci un governo insieme, non produrrebbe niente di utile paralizzato dai veti incrociati».

Qual è oggi il dna del centrodestra?
«Vorrei che Forza Italia pensasse seriamente al suo futuro e vorrei che lo facesse anche Silvio Berlusconi perché la sua statura è tale che vorrei che si consegnasse come il De Gaulle italiano. Noi viviamo in una seconda Repubblica inventata e costruita da lui e siamo tutti in qualche modo suoi figli». Nel centrodestra si parla molto di chi fa il capo, «ma non ci si è mai seduti intorno ad un tavolo per chiedersi rispetto al 1994, l'Italia di oggi di cosa ha bisogno? Qual è il nostro dna? Il centrodestra di questo parla poco e parla in modo sgangherato, dobbiamo costruire il programma di un Paese che ha paura», ha aggiunto. E a chi gli chiede se lui vorrebbe «uccidere il padre» come Renzi risponde così: «In qualsiasi professione ci si deve fare largo a spallate, ma sono convinto che l'elemento anagrafico non sia un tema politico». Si ripropone solo quando si fanno «le rivoluzioni alla Renzi, che sembrava aver fatto piazza pulita ma adesso sembra il film 'A volte ritornano'. Piaci per una stagione, scardini un paese, - osserva Toti - ma poi se non dai risposte, se le tue riforme non piacciono a nessuno, il debito pubblico cresce, significa che non è la strada giusta», spiega Toti, secondo il quale il centrodestra «ha bisogno di una squadra, non di un leader».

Grazie al Pd fisco più vessatorio
«L'uomo solo al comando è una decisione che la politica prende sempre nei momenti di difficoltà. Abbiamo vissuto il leaderismo di Berlusconi, poi quello di Renzi, poi di Grillo, solo se giochiamo in squadra facciamo il bene di questo Paese. Ognuno di noi deve avere il suo ruolo e giocando in squadra se hai 11 Donnarumma in campo non vinci il campionato», prosegue Toti, auspicando che Forza Italia «pensi seriamente al suo futuro. In Liguria ho fatto una serie di leggi su cui il Pd ha votato decisamente contro come la legge che dà le case popolari prima ai residenti in Liguria, poi agli italiani e poi a chi viene da fuori. Lo stesso discorso vale su immigrazione, sicurezza, fisco». «Avevano promesso di cambiare Equitalia. Il Governo Renziloni ha mantenuto: cambierà in peggio. Il fisco diventerà ancora più vessatorio con strumenti da Stato di polizia fiscale. Proprio quel che serviva per dare fiducia a famiglie e imprese. Complimenti...sempre meglio!».

Forza Italia e Lega? Ottimi rapporti
Infine, sul rapporto tra Forza Italia e Lega Toti rassicura gli elettori: «Il rapporto è solido, serio e basato su programmi e obiettivi comuni. Lo stiamo portando avanti qui da due anni, come lo portiamo avanti da oltre un decennio in Lombardia e Veneto. Credo non sia un rapporto da inventare ma semmai da sistemare, da tarare, da organizzare meglio. Questo vale anche per il rapporto con Fratelli d'Italia e con tutte le anime civiche e centriste che fanno parte della coalizione. Occorre pensare a un centrodestra 4.0 che guardi al futuro e credo che, dopo questa vittoria, ci sia la benzina per farlo».