17 agosto 2025
Aggiornato 16:00
Cantiere centrodestra

Berlusconi: impossibile un nuovo patto del Nazareno, primarie superate

«Dobbiamo mettere in condizione gli elettori di votare per scegliere da chi essere governati, senza condannare il Paese all'ingovernabilità per effetto di una legge elettorale contraddittoria", ma con il Pd di Renzi non ci sono le premesse», ha spiegato il Cavaliere a Panorama

ROMA - «Dobbiamo mettere in condizione gli elettori di votare per scegliere da chi essere governati, senza condannare il Paese all'ingovernabilità per effetto di una legge elettorale contraddittoria», ma con il Pd di Renzi non ci sono le premesse di un nuovo patto del Nazareno. E' quanto afferma Silvio Berlusconi in una intervista a Panorama, che sarà in edicola domani. «Non vedo le condizioni perché si possa riproporre oggi - ha sottolineato -. Non esiste un accordo con il Pd in funzione difensiva contro il partito di Grillo. Noi puntiamo a vincere con le nostre idee e i nostri progetti. Se i partiti si illudessero di chiudere la strada a Grillo con accordi di potere, avrebbero sbagliato totalmente strada. Paradossalmente sarebbe il miglior regalo a Grillo, la dimostrazione che le sue fantasiose e talora farneticanti teorie hanno un minimo di fondamento».

Governo Gentiloni ambiguo
Per quanto riguarda il Pd di Renzi e i rapporti con l'esecutivo in carica, non piace a Silvio Berlusconi «l'ambiguità secondo la quale il governo Gentiloni è il governo del Pd quando fa comodo, e quando non conviene diventa un corpo estraneo, da richiamare all'ordine o addirittura da contestare, come è accaduto sulle norme per la legittima difesa. Sembra di tornare ai tempi del vecchio Pci 'partito di lotta e di governo', capolavoro della doppiezza coltivata fin dai tempi di Togliatti, ma non certo un buon esempio di correttezza politica e istituzionale. Soprattutto, l'ennesimo tentativo di prendere in giro gli italiani, che a farsi prendere in giro non sono più disposti».

A Salvini e Meloni dico: solo uniti si vince
Le elezioni francesi e il loro risultato "devono insegnare molte cose anche al centrodestra italiano", sostiene Berlusconi. «A Matteo Salvini e a Giorgia Meloni ripeto quello che predico dal 1994: la storia, passata e recentissima, ci insegna che solo se è unito il centrodestra ha chance di vincere. Con i distinguo e le spaccature si perde. Sempre». «Salvini è un goleador - ha proseguito il Cav - che ha cambiato le sorti della Lega. Giorgia Meloni ha determinazione e tenacia: può fare buone cose. Toti è un prezioso collaboratore con il quale non sempre sono d'accordo, ma per il quale ho profondo affetto. Parisi ha potenzialità intellettuali e politiche per il momento poco e mal utilizzate con la creazione di un ennesimo partitino del quale non colgo né la necessità né l'utilità». Sull'eventualità di primarie nello schieramento dei moderati, Berlusconi non nasconde la sua contrarietà. «Non comprendo, davvero, perché il centrodestra dovrebbe imitare questo metodo che appassiona sempre meno italiani. Un candidato premier si sceglie facendo la sintesi delle idee, dei valori e dei programmi del centrodestra e vedendo chi è meglio in grado di rappresentarli, di convincere gli italiani e di governare il Paese con determinazione, con efficienza, serietà e credibilità. Non attraverso una grossolana conta di chi ha la maggiore capacità di mobilitare militanti organizzati. In ogni caso, fino a quando la materia non fosse eventualmente imposta e regolata per legge, il problema per Forza Italia non si pone».

Alle elezioni sarò in prima linea
Quanto a lui, il Cavaliere ha spiegato: «Aspetto da troppo tempo la decisione di Strasburgo. Ragiono su quella decisione e non mi nascondo mai la verità: anche al di là dei suoi effetti concreti ha un significato immenso. In ballo non c'è solo il mio ritorno politico. Io, comunque vada, sarò in prima linea. Con o senza il nome sulla scheda». A proposito della decisone della Grande Chambre chiamata a valutare sulla validità della decadenza da senatore del 2013, Berlusconi ribadisce che quale che sia il verdetto «sarò in prima linea con il mio volto, le mie parole, le mie idee a guidare la campagna di Forza Italia». E ha aggiunto: «La vera posta in gioco è la grande questione morale e politica. Rivendico, con tutte le mie forze, che mi venga restituita un'onorabilità infangata da una sentenza assurda. Sono stato e sono una persona perbene, un contribuente onesto, e ho il diritto di esigere - ha sottolineato nell'intervista - che la mia onestà venga riconosciuta, se non dall'Italia, dall'Europa, dove siedono giudici che non prendono ordini da nessuno. Giungere alle elezioni senza che Strasburgo abbia fatto chiarezza sarebbe oggettivamente grave. Non solo per me, ma per la democrazia italiana».

Immigrazione: no a filo spinato e retorica dell'accoglienza
Poi una riflessione sul tema immigrazione. «Questa immigrazione è una grande tragedia da gestire. E non si gestisce né con il filo spinato, né con la retorica dell'accoglienza. Questo lo dico a Salvini e lo dico all'Europa. Credo che due doveri, il rispetto per ogni essere umano e la tutela della sicurezza degli italiani, debbano sempre procedere affiancati. I migranti non sono colpevoli, sono sventurati. Ma la migrazione in Italia non è, non può essere, la soluzione alle loro sventure». «Abbiamo il dovere di aiutarli, di costringere l'Europa a farsene davvero carico, ma soprattutto abbiamo il dovere di spegnere sul nascere questo infame traffico di esseri umani - ha continuato Berlusconi -. Il mio governo c'era riuscito. Sto parlando dei trattati con la Libia e con gli altri Stati africani sul Mediterraneo. È l'unico sistema efficace. Gheddafi, contro un rimborso di 3,5 miliardi di dollari, aveva messo in campo seimila soldati per controllare le coste intervenendo anche sulle imbarcazioni asportando le eliche e qualche parte di motore. Ora serve un nuovo grande piano europeo per ottenere lo stesso intervento da tutti i Paesi costieri. Ma non basta. Occorrerà, sotto la bandiera dell'Onu, realizzare un grande Piano Marshall per i principali paesi di provenienza dei migranti».