26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Tangenti a go go

Mafia Capitale, Buzzi vuota il sacco e fa i nomi di politici e «facilitatori»

Il ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi, svela i retroscena di Mafia Capiale durante un lungo interrogatorio in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo

ROMA – Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane, vuota il sacco durante un lungo interrogatorio in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo. E fa i nomi (e i cognomi) dei politici e degli amministratori con i quali ha avuto a che fare, rivelando i retroscena di Mafia Capitale.

Il rapporto di Salvatore Buzzi con Luca Odevaine
Al centro della confessione di Salvatore Buzzi c’è il suo rapporto con Luca Odevaine, personaggio chiave dell'inchiesta. «Garantiva i nostri rapporti con i più importanti prefetti e funzionari del ministero dell'Interno», racconta Buzzi durante il suo interrogatorio. Odevaine era stato capo di gabinetto del sindaco Veltroni, capo della polizia provinciale ed ex componente del ‘Tavolo di Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo, e aveva il compito di «facilitatore» nei rapporti grazie alla sua rete di conoscenze.

Il «facilitatore» degli scambi
«Quando viaggiavo con lui mi sentivo 'il presidente', ci spostavamo con la scorta della polizia – prosegue Buzzi -. Lui si era proposto come 'facilitatore' e in cambio io mi resi disponibile, su sua richiesta, a pagare l'affitto mensile di due appartamenti a lui riconducibili oltre a 5.000 euro al mese». Secondo quanto riferito dal ras delle cooperative, fu proprio Odevaine a parlare per primo del Cara di Mineo, paventando la possibilità di lauti guadagni, e consigliando a Buzzi di mettersi in contatto con Goffredo Bettini, esponente del Pd, affinché potesse intercedere per lui presso Gianni Letta in persona.

31mila euro per incontrare Gianni Letta
Bettini promise un incontro, ma il suo interessamento «mi costò 21mila euro tra soldi elargiti alla sua associazione e cene elettorali», racconta ancora Buzzi vuotando il sacco sulle presunte mazzette. A questa somma, però, pare se ne aggiunsero altri 10mila perché «dopo le Europee Bettini mi ha chiesto di pagare 30mila euro di debito per soldi spesi in campagna elettorale, alla fine ho accettato di pagargliene 10mila con fatture per prestazioni di operazioni mai avvenute». In tutto fanno circa 31mila euro. Per un incontro mai avvenuto. Buzzi non riuscì mai a incontrare Gianni Letta.

Tangenti a go go
Le sue accuse hanno comunque scatenato la reazione di Goffredo Bettini, che ha deciso di sporgere querela e ha definito la testimonianza del ras delle cooperative una «inaccettabile falsità». Resta il fatto che Luca Odevaine ha già patteggiato per corruzione una condanna a due anni e otto mesi di reclusione, oltre che la restituzione di 250mila euro. «Odevaine mi serviva per intercedere affinché le istituzioni pagassero alle mie cooperative gli appalti in modo più veloce», confessa Buzzi ai giudici della decima sezione penale del tribunale aggiungendo di aver pagato in nero una «tangente» di 10mila euro, nell’ottobre 2013, subito dopo l’aggiudicazione dell’appalto del Cara di Castelnuovo di Porto «per qualcuno che si era interessato».