29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Dopo l'esposto del Movimento Cinque Stelle

Referendum, la Serracchiani fa propaganda per il «sì» con soldi pubblici. Multata dall'Agcom

L'Agcom ha sanzionato la Regione Friuli per un convegno propagandistico per il sì al referendum contrario alle norme sulla par condicio e pagato con soldi pubblici

ROMA - «Abbiamo pizzicato Debora Serracchiani con le mani nella marmellata». Parola dei pentastellati, e in particolare della portavoce del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi, che sul suo profilo Facebook e con un post sul blog dell'M5s Friuli Venezia Giulia, annuncia la decisione dell'Agcom di sanzionare la Regione governata dalla Serracchini, dopo l'esposto presentato all'Autorità presentato alcuni giorni fa dal gruppo del M5S in Consiglio regionale. Ma che cosa è accaduto?

Il convegno della discordia
Oggetto del contendere è il convegno che si è tenuto lo scorso 7 ottobre a Udine, intitolato «Riforma costituzionale e Autonomie speciali», iniziativa nel corso della quale la presidente Serracchiani ha sottoscritto la famigerata «Carta di Udine». "In sostanza una vergognosa resa incondizionata alla volontà del governo Renzi di stravolgere la Carta costituzionale", riporta la Bianchi.

Pagato con risorse pubbliche, e in violazione della par condicio
Un convegno che, secondo i grillini, si è tradotto in un palese manifesto per il sì al referendum, pagato con risorse pubbliche in quanto organizzato dalla Serracchiani in qualità di governatrice, e non come esponente dem. Ma soprattutto, l'iniziativa avrebbe violato la par condicio e sarebbe avvenuto in totale assenza di contraddittorio. 

L'esercito degli ospiti renziani
«Debora Serracchiani, comunque, era in buona compagnia – ricorda la portavoce del M5S – visto che all’evento hanno partecipato importanti cariche istituzionali come il ministro degli Affari regionali e le autonomie Enrico Costa, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e alcuni sindaci». E aggiunge: «Tutti senza nascondere minimamente al pubblico presente il loro orientamento di voto per il referendum del 4 dicembre».

Cosa prevede la legge
Il tutto dunque si sarebbe svolto in violazione dell’art. 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, che stabilisce che «a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni, e che tale divieto trova applicazione per ciascuna consultazione elettorale».

La decisione dell'Agcom
Secondo quanto riportato dalla Bianchi, dunque, l'Agcom ha dato ragione al Movimento Cinque Stelle, e, oltre alla sanzione comminata, con propria delibera ha ordinato alla Regione di pubblicare sulla home page del proprio sito istituzionale l’indicazione di non rispondenza del convegno alla legge soprariportata.