27 agosto 2025
Aggiornato 23:00
Il premier è serio, o è l'ultima delle sue boutade

E ora Renzi minaccia l'Ue: «Porremo il veto sul bilancio europeo». Ma è davvero fattibile?

Messo alle strette sulla manovra e sotto pressione sui migranti, Renzi passa alle minacce, e sventola la possibilità che l'Italia ponga il veto al bilancio Ue. Ma si può fare? E servirà?

La cancelliera Angela Merkel con il premier Matteo Renzi.
La cancelliera Angela Merkel con il premier Matteo Renzi. Foto: Shutterstock

ROMA - Matteo Renzi è stato chiaro: l'Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio Ue se i Paesi dell'Est non accoglieranno i migranti: «Il governo Monti ha stabilito che diamo 20 miliardi e ne riceviamo 12, ma se Ungheria e Slovacchia ci fanno la morale sui nostri soldi e poi non ci danno una mano sui migranti non va bene», ha dichiarato. A maggior ragione se l'Ue ci farà le pulci sulla manovra. La polemica in questione si intreccia, dunque, con il botta e rispota con il governo di Budapest, che ha respinto al mittente le accuse dell'Italia sull'immigrazione, ma anche con le tante incertezze che circondano la legge di Bilancio, sulla quale il ministro Padoan ha risposto alle osservazioni Ue con una lettera di sei pagine. Ma la questione è delicata: perché, oltre ad esserci chi ipotizza che un veto italiano complicherà ulteriormente la situazione senza portare a nulla, c'è chi ritiene che l'annuncio del premier sia solo una boutade tipicamente elettorale e del tutto irrealizzabile.

Brunetta: Renzi non conosce l'ordinamento comunitario
Tra questi, Renato Brunetta, che su Twitter si è rivolto al premier e al sottosegretario che si occupa di Affari europei. «Silenzio fragoroso di Matteo Renzi sul suo infortunio sul veto di bilancio Ue. Sandro Gozi gli spieghi, se lo conosce, l'ordinamento comunitario», ha scritto l'economista azzurro nonché ex europarlamentare. Il punto, secondo Brunetta, è che sul Bilancio annuale gli Stati non possono mettere becco, non avendo potere di veto. Il Consiglio europeo lo vota a maggioranza, e sono sufficienti sedici Paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione. Un'eventuale minoranza di blocco potrebbe essere costituita da un numero di Stati che rappresenti come minimo il 35% degli europei. Se la minaccia di Renzi riguarda il Bilancio annuale, dunque, suona come decisamente inconsistente e in sé infattibile.

Veto italiano sul Bilancio pluriennale?
C'è da dire,però, che lo scorso mercoledì i deputati dell'Europarlamento hanno votato in seduta plenaria a Strasburgo le modifiche al Bilancio 2017 presentato dalla Commissione a settembre, chiedendo di aumentare a 160,7 miliardi le spese per l’anno prossimo. Il Consiglio ha subito respinto le richieste del Parlamento, facendo scattare automaticamente la procedura di conciliazione tra le due istituzioni europee. L'accordo dovrà essere trovato entro due settimane, altrimenti la Commissione dovrà presentare una nuova proposta.

Una lotta che potrebbe slittare al 2020
Ed è proprio in questo quadro che la minaccia di Renzi potrebbe forse essere attuata: perché l'aumento consistente di spese chieste dall'Europarlamento potrebbe richiedere di mettere mano al Bilancio pluriennale. Renzi, così, potrebbe decidere di «prendere in ostaggio» il Bilancio europeo, per ottenere ciò che vuole sui conti e sull'immigrazione. Secondo Brunetta, però, quella del premier è l'ennesima figuraccia internazionale: perché, sostiene, la riprogrammazione dei capitoli di spesa non sarà affrontata prima del 2020: decisamente fuori tempo massimo, per uno che già rischia la poltrona il prossimo 4 dicembre. Oltretutto, il rischio è che l'operazione si traduca in un muro contro muro inefficace che, soprattutto sui migranti, non porterà a nulla. Se non a indispettire ulteriormente i commissari europei.