Centrodestra mio non ti conosco più: Salvini, Meloni e FI tutti insieme appassionatamente (contro Renzi)?
Mentre Salvini e Meloni attaccano Forza Italia, rea di fiancheggiare il governo delle banche e delle lobby contro l'interesse dei cittadini, arriva la risposta di Prestigiacomo, Micciché e Carfagna che fa chiarezza (forse)
ROMA - «Se la Lega va al governo usciamo dall'euro». Una promessa quella che Matteo Salvini rivolge al suo elettorato, e a tutti gli italiani tradizionalmente vicini ad altre forze politiche ma stanchi di questa Europa floscia e telecomandata. Resta da capire come il nostro Paese potrebbe mai fronteggiare un'»exit», senza moneta e senza polso, ma la necessità di uscire dall'euro la Lega ha iniziato a sostenerla sei mesi fa. «Io vado oltre» sostiene a gran voce il leader della Lega al Festival del Lavoro all'Angelicum: «Non serve un referendum perché sarebbe un massacro per l'economia. Io dico che, se la Lega va al governo, noi usciamo. Altrimenti se fai tre mesi di campagna sul referendum sull'euro c'è gente come Soros che ti massacra».
Salvini: «È folle che in Forza Italia ci sia ancora qualcuno che pensa di dare una mano a Renzi e a Alfano"
E a proposito di massacro, l'era Renzi sembra al tramonto e Salvini lo sa benissimo. «La parabola di Renzi è finita, se ne è accorto lui, se ne sono accorti gli italiani, noi ci stiamo preparando al dopo-Renzi con una proposta seria». A destra di questi tempi si fatica a scorgere una prospettiva sensata, di ideologia e di azione insieme, ma quel che è certo è che il Matteo del Carroccio è intenzionato a occupare tutta la scena e a mettere ordine. Il problema è sempre lo stesso: il centrodestra lacerato, sventrato addirittura, nel corpo e nell'anima. «È folle che in Forza Italia ci sia ancora qualcuno che pensa di dare una mano a Renzi e a Alfano" lamenta Salvini. «Se questo vogliono lo faranno senza la Lega. Mi rifiuto di pensare che il futuro dell'Italia sia spartito tra Renzi e Grillo. Chi ha nostalgia degli inciuci non avrà la nostra compagnia. Chi vuole un'alternativa moderna, liberale, di centrodestra sovranista e identitaria, ha nella Lega un interlocutore».
Meloni: "Nessun accordo con chi è amico delle banche e non difende il popolo italiano"
Gli fa eco Giorgia Meloni: «"Per noi in nessun modo si possono stringere patti ed accordi con governi del genere che mortificano la sovranità popolare. Se noi siamo centrodestra è per essere alternativo ad un governo che sta facendo solo danni, che è solo amico della finanza internazionale, delle multinazionali, delle nazioni straniere e che non riesce a difendere il popolo italiano». Insomma, Forza Italia deve scegliere con chi stare, e deve farlo in fretta: «Se sei nel centrodestra – prosegue la leader di FdI – non puoi essere fiancheggiatore del centrosinistra. Credo che questa sia la grande questione sulla quale Forza Italia deve dare una risposta definitiva e chiara per il bene di tutti. Poi ognuno fa le proprie scelte». E conclude: «Non ha molto senso fare un percorso insieme se quando arriva il momento, come è accaduto alle ultime amministrative, si gioca con l'altra metà campo. Quando in Forza Italia avranno deciso la loro linea, ragioneremo. Speriamo che si possa essere sempre in tanti a combattere il governo Renzi».
La nota di rassicurazione di Prestigiacomo, Micciché e Carfagna
Da Forza Italia arriva una nota di rassicurazione da parte di Stefania Prestigiacomo, Gianfranco Miccichè e Mara Carfagna. «Salvini e Meloni stiano tranquilli, noi sappiamo da che parte stare e non stiamo certo con Renzi» scrivono i tre. «Anzi, l'opposizione di Forza Italia non può che essere netta rispetto a un presidente del Consiglio lontano anni luce dalle istanze del Paese e del Meridione in particolare». Per questo starebbero lavorando alla riunificazione di tutto il centrodestra, «attorno a un'idea di sviluppo e di progresso socio-economico vero», attorno all'idea di un'Europa diversa ma pur sempre Europa, attorno all'idea di un Sud «meno distante dal Nord», attorno all'idea di un «governo del fare e non dei tweet e delle slide».
Mandare a casa Renzi obiettivo comune?
Mandare a casa Renzi è dunque l'obiettivo comune? «Stiamo lavorando per mandare a casa Renzi, senza se e senza ma» spiegano Prestigiacomo, Micciché e Carfagna. «Stiamo lavorando per vincere e tornare a governare, attraverso quel modello pensato e attuato da Silvio Berlusconi, quando tutte le forze progressiste e liberali italiane stavano insieme, tutti nella stessa metà campo, tutti uniti, un solo e unico centrodestra che lottava strenuamente contro la deriva populista delle sinistre e dei poteri forti che da sempre vi stanno dietro». Il referendum di ottobre servirà a questo, si augurano i tre: "Non solo a scongiurare il pericolo di un papocchio costituzionale, ma anche a dimostrare che, tutti uniti, rappresentiamo ancora la maggioranza di questo Paese".