Migranti, Gentiloni: «L'impegno dell'Ue per il Mediterraneo sia analogo a quello per i Balcani»
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato di aspettarsi dall'Europa un impegno lungo la rotta mediterranea analogo a quello mostrato sulla rotta balcanica
ROMA - Di fronte alla possibilità che la rotta mediterranea, dopo l'accordo stretto tra Ue e Turchia, ritorni nell'occhio del ciclone, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni si è espresso esplicitamente per chiedere ancora una volta l'aiuto dell'Europa. Gentiloni ha affermato che, da parte di Bruxelles, è necessario un impegno lungo la rotta centrale del Mediterraneo analogo a quello dimostrato per la rotta balcanica con l'accordo con Ankara. L'obiettivo dell'Italia, ha detto a margine di un convegno all'Università Bocconi, è «molto chiaro e cioè che l'impegno europeo sulla rotta centrale del Mediterraneo, quella che interessa la Libia e l'Italia, sia un impegno più forte e decisivo».
L'appello di Gentiloni
«Bisogna farlo moltiplicando gli investimenti nei Paesi africani con nuovi strumenti come gli Africa bond e chiedendo ai Paesi destinatari di questi investimenti impegni seri per limitare i flussi migratori e bisogna farlo rendendo sempre più europea l'operazione di rimpatrio dei migranti nei Paesi sicuri, non certo in Libia, ma in paesi in cui esistono rapporti diplomatici e si possono rimandare indietro i migranti» ha continuato. «Su tutti questi temi il governo italiano chiede all'Europa un impegno che sia altrettanto rilevante di quello che l'Europa ha messo in campo sulla rotta che dalla Turchia va verso la Grecia e i Balcani» ha concluso Gentiloni.
Migration Compact
Nei giorni scorsi, il premier Matteo Renzi ha indirizzato una missiva a Bruxelles per chiedere il suo sostegno a realizzare un piano di gestione dei flussi nel Mediterraneo ribattezzato Migration Compact. Proprio ieri, il presidente della Commissione Europea ha risposto all'espistola italiana esprimendo apprezzamento per la proposta del Belpaese e promettendo collaborazione. Ma sul fronte dei finanziamenti si sono aperti i primi screzi, in particolare con la Germania, decisamente in disaccorso con l'idea italiana degli eurobond per l'immigrazione. Al contrario, Berlino vorrebbe finanziare la gestione della crisi con una tassazione maggiorata sulla benzina, proposta a sua volta bocciata dall'Italia.
Nessun allarmismo
Ma sui prossimi sbarchi attesi sulle coste italiane Gentiloni non è allarmista. Il Ministro ha detto che i flussi di immigrati sono «in lieve aumento», ma non a livelli «allarmanti» anche se l'Europa deve muoversi. «Noi ci stiamo muovendo per evitare che ci sia un aumento sensibile dopo la chiusura o il ridimensionamento della rotta balcanica e del Mediterraneo centrale. Per ora i numeri non sono particolarmente allarmanti, sono in lieve aumento sugli anni precedenti, ma bisogna muoversi perché se noi non facciamo questo patto con i Paesi africani e se non ci mettiamo soldi, risorse e impegno politico di tutta l'Europa possiamo correre il rischio di un aumento dei flussi anche se finora non è stato un aumento così rilevante» ha detto a margine di un convegno all'Università Bocconi a proposito della lettera di apprezzamento per i suggerimenti italiani inviata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
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