18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Va avnti il maxi processo

Mafia Capitale, scontro in aula: Legali protestano

Continua lo scontro tra la difesa e il presidente del tribunale Rosanna Ianniello. L'ira dei penalisti è scoppiata quando il collegio ha annunciato una camera di consiglio di quasi tre ore

ROMA - Ancora battaglia tra le difese degli imputati nel processo Mafia Capitale e il presidente del tribunale Rosanna Ianniello. Dopo una giornata dedicata alle questioni preliminari, il collegio ha annunciato una camera di consiglio di quasi tre ore provocando le vivaci proteste di alcuni legali che avrebbero preferito un rinvio dell'udienza. «Ci costringe a stare qui in attesa per ore - si sono sfogati così alcuni penalisti - lei ci impedisce di fare il nostro lavoro di studio. Se non ci agevola in queste piccole cose, non andiamo da nessuna parte».

Le udienze per l'ammissione delle prove
Il tribunale si è comunque ritirato per decidere. Le udienze dei prossimi giorni saranno impegnate per l'ammissione delle prove. Prima di questo anche aspro confronto, la Procura, con i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, aveva preso la parola per replicare ai difensori e spiegare che i decreti di giudizio immediato non presentano affatto vizi ed i capi di imputazione non sono nè generici nè indeterminati. I giudici della X sezione penale hanno annunciato una camera di consiglio di almeno due ore, ritirandosi tra le proteste degli avvocati che chiedevano di rinviare la lettura del provvedimento sulle eccezioni all'udienza già fissata per domattina. Una decisione che ha contribuito non poco ad alzare il livello di tensione nel corso della quarta udienza del processo Mafia Capitale.

Servono agevolazioni
«Se non ci agevola in queste piccole cose, ci impedisce di fare il nostro lavoro di studio», hanno detto i penalisti al collegio dopo aver chiesto la possibilità di ascoltare domani mattina la lettura del provvedimento sulle numerose eccezione sollevate nelle ultime due udienze. Rimostranze alle quali il presidente ha risposto sottolineando come differendo la lettura si finirebbe per perdere metà della giornata di domani, che invece dovrebbe essere interamente dedicata all'ammissione delle prove. Gli attriti tra tribunale e difensori, riguardo alle tempistiche del processo, erano emersi già al momento della stesura del calendario, quando il presidente ha messo in programma 136 udienze in nove mesi, al ritmo di circa tre appuntamenti a settimana. Per quanto riguarda l'oggetto della decisione che i giudici sono chiamati a prendere in camera di consiglio, tra l'altro, spicca la questione relativa alle intercettazioni telefoniche.

I file delle intercettazioni
Molte delle difese hanno sollevato questioni relative alla possibilità di acquisire i file audio delle intercettazioni non contenute e non oggetto delle misure cautelari. Le parti, hanno sottolineato i pm, hanno già da tempo a disposizione le intercettazioni poste al vaglio del gip e considerate rilevanti per il giudizio, mentre hanno facoltà di ascoltare le altre e poi, in caso, chiederne copia. Nei file audio, infatti ci sono anche intercettazioni di terzi e conversazioni inutilizzabili intercorse tra i difensori e i propri assistiti. Conversazioni che, per rispetto della privacy, devono essere trattate con il dovuto "equilibrio tra esigenze conoscitive della difesa ed esigenze di riservatezza di persone estranee al procedimento".


(con fonte Askanews)