Legge di Stabilità, Poletti: manovra buona, polemiche ingiustificate
I membri dell'esecutivo continuano a difendere a spada tratta la legge di Stabilità
ROMA - Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la legge di stabilità «è molto buona e socialmente qualificata». Per questo «non ci sono ragioni significative di polemica». A margine della presentazione del bilancio sociale 2014 dell'Inps, il ministro ha così difeso la manovra economica del governo Renzi.
Giusto ridurre le tasse
«E' giusto ridurre la tassazione - ha detto - in maniera strutturale. L'abbiamo fatto sul lavoro e quest'anno sulla casa. C'è un disegno pluriennale - ha concluso Poletti - che produce l'esito di dare fiducia alle istituzioni internazionali, agli investitori e ai consumatori».
Soddisfazione da Morando
«Nel 2016 al centro dell'azione di governo c'è la volontà di raggiungere quel milione di bambini in uno stato di disagio totale. Ma nella legge di stabilità è scritto che dall'anno successivo, dal 2017, partirà, con un finanziamento iniziale di un miliardo, un vero e proprio Piano triennale contro la povertà, alla fine del quale io credo che avremo il Reddito d'inclusione sociale per tutti coloro che ne hanno bisogno». Lo conferma, in un'intervista ad Avvenire, il viceministro dell'Economia, Enrico Morando.
Non vendiamo fumo
«Per il 2016 - sottolinea il viceministro - l'esecutivo ha stanziato 600 milioni, poi 1 miliardo per il 2017 e il 2018, non sufficienti a rispondere alle esigenze di tutte le famiglie in condizione di povertà assoluta. Non vendo fumo, non è il mio stile, quindi dico senza problemi che in quantità non è molto. Però è un intervento legislativo di qualità, che dà una prospettiva, che fissa un obiettivo. Aumenteremo le risorse, vogliamo che al termine del percorso i 4 milioni di italiani poveri abbiano un euro in più della soglia sotto la quale non puoi avere un pasto, un abito e un tetto degni di questo nome».
Tasi, Imu
«L'intervento su Tasi e Imu rappresenta un caposaldo dal quale non si può tornare indietro senza ripercussioni politiche. Anche perché c'è un ragionamento economico: liberare le famiglie dalla paura di un'imposta che cambia di continuo libera risorse per i consumi. Per il resto niente è intoccabile nel confronto con il Parlamento», afferma.
Contante
«Sul contante - prosegue Morando - io parlo dati alla mano: non conosco studi che dimostrino come una soglia faccia diminuire l'evasione. I Paesi che hanno risultati migliori contro il nero non hanno limiti. Ora abbiamo altri strumenti più efficaci, gli accordi con i paradisi fiscali e gli incroci di dati».
(Con fonte Askanews)
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