18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Il primo cittadino ancora nel mirino

Marino, dopo tanti viaggi prova le vacanze romane!

Ieri il sindaco è partito per l'ennesima, discussa visita all'estero, stavolta a Philadelphia. Perché, invece, per recuperare il logoro rapporto con i suoi cittadini, non si dedica a girare le periferie abbandonate della capitale?

ROMA – Roma, insiste lui, è la città più bella del mondo e fare il suo sindaco l'attività migliore che esista. Allora non si capisce come mai Ignazio Marino sia sempre su un aereo e si dedichi piuttosto a quella del viaggiatore a tempo (quasi) pieno. Per l'ultima trasferta in ordine cronologico è partito ieri: destinazione Philadelphia, con l'obiettivo di raccogliere fondi e incontrare papa Francesco in occasione della giornata mondiale delle famiglie. Certo che per chiedere udienza al pontefice non aveva bisogno di fare migliaia di chilometri, visto che abita nella sua stessa città, e quanto ai soldi di cui va in cerca, evidentemente deve averli smarriti durante il suo ultimo viaggio. Gli Stati Uniti, infatti, sono la sua meta preferita, essendocisi recato già nove volte da sindaco, ma non si è fatto mancare nemmeno una doppia visita a Parigi e poi ancora Londra, Barcellona, la Svizzera, la Turchia e l'Arabia Saudita.

Quante assenze
L'ironia, lo ammettiamo, è fin troppo facile. Ma questo è un problema di proporzioni. Nei soli suoi primi due anni di mandato, Marino ha fatto ben diciotto viaggi all'estero, trascorrendoci in media un giorno ogni mese e mezzo. E, anche per questo motivo, è risultato assente addirittura al 55% delle riunioni di Giunta. Se la sua città funzionasse a meraviglia, non ci sarebbe nulla da obiettare; ma se il primo cittadino si assenta mentre a Roma esplodono dei disastri di portata mondiale, non si può stupire che su di lui piovano critiche. Sarà pure sfortuna, ma ha scelto per andarsene proprio i periodi in cui avvenivano episodi come lo sciopero bianco dei vigili, l'alluvione, il funerale dei Casamonica, il commissariamento del prefetto Gabrielli.

Un tour in periferia
Noi, lo abbiamo scritto più volte, continuiamo a difendere i tentativi del sindaco. Non ci piace per niente l'inefficienza amministrativa dimostrata finora dalla sua Giunta, ma a lui riconosciamo quantomeno l'onestà, dote che pochi suoi colleghi romani possono vantare (anche all'interno del suo Partito democratico) e quantomai preziosa in una Roma incancrenita da Mafia capitale. Stavolta, però, ci permettiamo sommessamente di suggerirgli di assumere un consulente d'immagine, magari cercandolo proprio nei suoi amati Usa, visto che su quella piazza se ne trovano di ottimi. Se davvero vuole rivoluzionare Roma avrà bisogno del sostegno dei romani, e per ottenere il sostegno dei romani deve cominciare a lanciare loro i segnali giusti. Invece di girare per il mondo, ad esempio, cominci a fare un bel tour guidato, e in prima persona, di quelle infinite periferie romane abbandonate a se stesse dal Comune e dove i politici si fanno vedere solo quando  devono cercare voti. Neanche questo basterebbe a risolvere tutti i problemi della capitale, ma forse aiuterebbe a farsi amare un po' di più dai suoi concittadini.