«Avvenire e Corriere hanno svilito il discorso del M5S a Cl»
Il deputato pentastellato Brescia aggiunge un commento alle parole del leader in cui si dice convinto della necessità di abolire il finanziamento pubblico all'editoria: «Tutti hanno ammesso la necessità di mettere mano al sistema che regola i rapporti tra il mondo dell'informazione e quello della politica»
ROMA (askanews) - Il blog di Grillo non ha apprezzato il trattamento riservato da alcuni quotidiani all'iniziativa del deputato M5s Mattia Fantinati, protagonista ieri di un polemico discorso al Meeting di Comunione e liberazione. «L'intervento del portavoce M5s alla Camera, Mattia Fantinati al meeting di Cl - si legge sul sito voce ufficiale del Movimento, in un corsivo anonimo, quindi attribuibile al leader M5S Berppe Grillo - ha acceso le fantasie dei giornalai. 'Il siparietto del grillino' titola L'Avvenire (il giornale della Chiesa, che però è in testa ai finanziamenti pubblici - con 4.355.324 di euro annui! - percepiti dallo Stato); 'La tirata del 5 Stelle' scrive invece il Corriere della Serva in un boxino delle pagine interne. 'Il siparietto', 'La tirata', tutto pur di svilire un intervento storico».
Il finanziamento pubblico all'editoria deve essere abolito
«Ma del resto, li capiamo. Molti giornalisti tengono famiglia! E se non ti allinei sei fuori», è il commento contenuto nel pezzo sotto il titolo «la voce del padroncino». In coda al corsivo di Grillo, un lungo testo del deputato Giuseppe Brescia ribadisce l'obiettivo del M5s: «Siamo entrati in Parlamento - ricorda - con un punto molto chiaro a riguardo sul quale non abbiamo affatto cambiato idea: il finanziamento pubblico all'editoria deve essere abolito! Abbiamo presentato una proposta di legge in merito, abbiamo lottato affinché si riuscisse a discuterla in commissione e ce l'abbiamo fatta. Da qualche mese a questa parte grazie alla nostra proposta di legge si è aperto un dibattito interessantissimo, franco e quasi del tutto scevro da posizioni preconcette, in cui si sono confrontati oltre alle forze politiche anche tutti i portatori di interesse e gli esperti del settore. Tutti hanno ammesso la necessità di mettere mano al sistema che regola i rapporti tra il mondo dell'informazione e quello della politica».
Il «Fondo per il pluralismo dell'informazione»
«A quanto pare invece il governo - scrive tra l'altro Brescia - sta studiando un nuovo sistema di finanziamento all'editoria, sta cercando le coperture finanziarie per un nuovo fondo che sarà chiamato 'Fondo per il pluralismo dell'informazione' che dovrebbe ammontare a circa 100 milioni di euro. Quindi, ancora finanziamenti diretti all'editoria. Questi soldi non sarebbero neanche gli unici ad andare ai giornali, infatti il sottosegretario Lotti, fedelissimo del premier mai eletto, ha creato un fondo straordinario, pari a 120 milioni di euro, che è servito a molte testate per i prepensionamenti. A questa barca di fondi pubblici si aggiungano i finanziamenti indiretti ancora vigenti come l'obbligo di pubblicazione dei bandi pubblici, tutti quattrini che vanno ad ingrossare le tasche della casta degli editori che inevitabilmente restituiscono il favore al governo in termini di articoli in cui si elogia l'operato del premier. Si aggiunga la lottizzazione della Rai e il fatto che il resto dell'informazione è in mano a Berlusconi ed eccovi servito il grande patto del Nazareno dell'informazione. Insomma, roba che neanche in Malawi... ah no, loro sono un pezzo avanti!», conclude il parlamentare stellato alludendo al non lusinghiero piazzamento dell'Italia nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione.
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