24 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Le proteste dei pentastellati

M5S: «Con colpi di mano sulle riforme ci sarà un autunno di fuoco»

«By-passare la commissione è incostituzionale. Basta violare Carta»: così i senatori del Movimento 5 Stelle commentano la possibilità che il governo Renzi mette mano alla Costituzione violandola

ROMA (askanews) - «Questo governo vuole riformare la Costituzione a colpi di violazioni della Carta stessa. Quanto ipotizzato dal sottosegretario Pizzetti, cioè portare il testo subito in Aula, by-passando la commissione, è incostituzionale, oltre che lesivo delle prerogative del Parlamento. L'art.72 della Costituzione per i disegni di legge in materia costituzionale prevede infatti la procedura normale. Se queste sono le intenzioni del governo, allora si preparino ad un autunno di fuoco». Lo hanno affermato il capogruppo M5S in Senato, Gianluca Castaldi e i componenti della I commissione Giovanni Endrizzi, Vito Crimi e Nicola Morra.

L'elettività diretta del Senato
«Il Movimento 5 Stelle - hanno continuato - in commissione Affari Costituzionali ha presentato 200 proposte emendative di merito, volte a riscrivere e ad integrare il pessimo e a tratti assurdo testo governativo. Puntiamo sull'elettività diretta del Senato e sul dimezzamento del numero dei deputati, sul potenziamento delle funzioni del nuovo Senato e sui referendum consultivi, propositivi e di indirizzo per riequilibrare lo strapotere che questa riforma, assieme alla nuova legge elettorale, conferisce al governo e aumentare lo spazio partecipativo dei cittadini. Su questi punti non accetteremo fughe in avanti nè colpi di mano per sfuggire al confronto, non è questa la riforma prioritaria e urgente di cui il nostro Paese ha bisogno».

Cosa serve
«Serve invece tutto ciò che Renzi non è in grado o non vuole fare - hanno concluso -: misure di sostegno delle famiglie, come il reddito di cittadinanza, e delle piccole e medie imprese, interventi volti a ridurre la pressione fiscale, a riattivare l'economia reale e ad accrescere l'inclusione sociale».