«Sto dalla parte dei greci che muoiono di fame e disoccupazione. Io voterei NO»
Dentro i confini nazionali, intanto, la crisi greca e le critiche verso il presidente del Consiglio hanno avvicinato notevolmente i partiti all’opposizione, che – vicini ai greci e lontani dalle scelte del governo – testano prudentemente la via della collaborazione..
ROMA – Sabato 4 luglio, dalle ore 10, Matteo Salvini promuove «Euro o libertà?», convegno a Milano, in piazza della Scala 2 presso la Sala Alessi di Palazzo Marino. Tra gli oratori, oltre al segretario federale della Lega Nord, Alberto Bagnai e il responsabile economico della Lega Nord, Claudio Borghi.
Salvini: I greci devono votare NO
Cosa dovrebbero votare i greci domenica? Matteo Salvini non ha dubbi e lo scrive sul suo profilo facebook: «In Grecia io voterei NO, pensando a chi sta morendo di fame e di disoccupazione, ma Tsipras non puo' volere la botte piena e la moglie ubriaca, dicendo 'mi tengo l'Euro pero' non pago i debiti'.» Salvini sta dalla parte dei greci, non da quella di Syriza. Ieri, durante la manifestazione di protesta contro il dl pensioni del governo Renzi davanti Montecitorio, il leader della lega Nord ha precisato: «La Lega non sta con Tsipras. Ho detto che voterei no, però Tsipras è di estrema sinistra. Quindi sui temi come l'immigrazione la vede in maniera totalmente opposta rispetto a noi.» Salvini ritiene che né le ricette della Merkel né quelle di Tsipras siano utili per i popoli europei, bisogna guardare altrove.
Bisogna rivedere i trattati
Ed eccola, la proposta di Salvini: «Propongo l'uscita concordata e coordinata da una moneta sbagliata, fallimentare e criminale». Il segretario federale ha spiegato che l'uscita in solitaria, per l’Italia così come per la Grecia, avrebbe dei rischi troppo alti. E’ necessario – secondo il leader della Lega Nord – rivedere tutti i trattati per evitare la morte certa, verso la quale il nostro paese sta andando incontro insieme a Grecia, Francia, Spagna, e perfino la Finlandia. "Bisogna convocare subito un tavolo con i 29 Paesi dell'euro, prendere tutti i trattati, cambiarli e ricostruire una Europa più ristretta e più competente, con una moneta più giusta». Si può fare la settimana prossima – ha sottolineato Salvini - non bisogna aspettare. Non c’è più tempo: né per la Grecia, né per l’Europa. E Renzi? «Non conta un accidente, fa il domestico della Merkel e una telefonata ad Obama per fingersi importante, poverino", ha risposto il segretario del Carroccio.
Sel, Lega Nord e M5S uniti per la Grecia (e contro Renzi)
Dentro i confini nazionali, intanto, la crisi greca e le critiche verso il presidente del Consiglio hanno avvicinato notevolmente le posizioni dei partiti all’opposizione, che – vicini ai greci e lontani dalle scelte del governo – testano prudentemente la via della collaborazione. Proprio ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, non ha potuto svolgere la sua informativa sulla Grecia al Senato, come inizialmente previsto. Sel, M5S e Lega Nord hanno chiesto insieme, uniti e compatti come rare volte nella storia di questo paese, che al suo posto venisse a riferire il premier Renzi, ma la capigruppo ha respinto la richiesta, spiegando che il premier non è competente sui temi strettamente economico-finanziari. «Riteniamo tutto ciò assurdo perchè è evidente a chiunque che l'impatto del referendum greco sulla permanenza della Grecia nell'euro è un impatto politico su tutta l'Europa»: hanno dichiarato per tutta risposta i senatori Loredana De Petris, capogruppo Sel, e Stefano Candiani della Lega Nord al termine della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. De Petris e Candiani hanno sottolineato che la richiesta di un'informativa da parte di Renzi è stata sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle.
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