19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
FdI in difesa della famiglia

«Bloccare la follia gender nelle scuole»

Giorgia Meloni attacca il ddl Cirinnà e difende i diritti della famiglia: la politica pensi, piuttosto, ad un welfare «a misura di famiglia» e il Pd ritiri il ddl Cirinnà

ROMA - «La politica non può essere cieca e sorda di fronte all’appello delle famiglie italiane». Giorgia Meloni tuona contro la teoria del gender e all'indomani del Family Day che a Roma ha visto migliaia di persone radunarsi in difesa dei diritti delle famiglie, chiede alla politica di prestare attenzione al problema, oggigiorno ancora sottovalutato. Quello che chiede il presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale è che la «mobilitazione di popolo straordinaria» sia da monito per politica e società civile, affinché si comprenda la necessità di «bloccare la follia dell’indottrinamento gender nelle scuole».

Un welfare a misura di famiglia
Da Fratelli d'Italia si reclama che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e la maggioranza cancellino il disegno di legge Cirinnà – quello, cioè, presentato dalla senatrice del Pd Monica Cirinnà, ora in esame al Senato, volto a disciplinare le unioni civili per i conviventi e le coppie dello stesso sesso, attraverso l'introduzione di un nuovo istituto giuridico fondato sull'articolo 2 della Costituzione, che riconosce i diritti sociali, evitando richiami all'istituto del matrimonio. La politica dovrebbe piuttosto, secondo Meloni, occuparsi di altri aspetti della politica, di imprescindibile urgenza: il governo lavori per un fisco e un welfare «a misura di famiglia», continua Meloni, e concentri l'attenzione anche sul tema della natalità, che sia – spiega la leader di FdI-An – una «priorità nazionale». Il commento della presidente di Fratelli d'Italia al Family Day di sabato scorso si conclude con un appello affinché si ponga il giusto accento sull'importanza dei genitori, «senza padre e madre non ci sono figli», e senza questi non c'è futuro.

Rampelli: Il passato e il futuro di ogni convivenza
Da Fratelli d'Italia, a parlare di famiglia è anche il capogruppo alla Camera Fabio Rampelli, che si rivolge all'«entusiastica e gioiosa» partecipazione al Family day come un motivo in più per porre la giusta attenzione al «nucleo fondamentale» della società: il Family day come la «risposta pacifica e civile al tentativo di naturare» la famiglia. Per Rampelli, quello stesso nucleo è ciò che costituisce «il passato e il futuro di ogni convivenza». L'attacco a chi prova a minare il «modello unico» della famiglia è palese e diretto: chi prova a sostituirlo dovrà competere con «milioni e milioni di uomini e donne decisi a difendere i diritti unici e non replicabili», spiega il capogruppo di FdI. Ancora una invettiva nei confronti di quel ddl Cirinnà che punta a riservare l'istituto del matrimonio alle coppie di sesso diverso, normando invece le coppie gay (o unite civilmente) con un istituto diverso dal matrimonio: Rampelli afferma che non si ha il diritto di cancellare «le differenze biologiche con cui uomini e donne si distinguono sin dal concepimento».

La vergognosa aggressione del gender
Sul blog di Giorgia Meloni era comparso un post in cui si annunciava la partecipazione del partito al Family day del 20 giugno in Piazza San Giovanni a Roma. Il presidente di FdI-An e i suoi hanno scelto di scendere in piazza per «fermare la vergognosa aggressione ideologica del gender che colpisce i più deboli: i bambini». Come si legge ancora, l'ideologia gender «si diffonde subdolamente dietro un presunto contrasto al bullismo ed alla discriminazione», ma che nella concretezza di materializza nella «manipolazione delle coscienze» per mezzo dell'utilizzo di teorie prive di qualsivoglia «fondamento scientifico volte ad affermare un assurdo quanto pericoloso indifferentismo sessuale». È per questo che si è fatta necessaria ed impellente, secondo FdI, una risposta di popolo come quella in Piazza San Giovanni.