26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Riforma della scuola

Pd: ecco le risposte importanti sulla scuola

Al termine della due giorni di incontri con le rappresentanze della scuola, il Pd presenta gli emendamenti che «danno risposte importanti» alle questioni sollevate dallo sciopero di martedì rispetto al testo del Ddl Giannini. «Alcune richieste, come lo stralcio delle assunzioni o lo stravolgimento dell'impianto della riforma - spiega Lorenzo Guerini - per noi erano irricevibili».

ROMA (askanews) - Al termine della due giorni di incontri con le rappresentanze della scuola, il Pd presenta gli emendamenti che "danno risposte importanti" alle questioni sollevate dallo sciopero di martedì rispetto al testo del Ddl Giannini. «Alcune richieste, come lo stralcio delle assunzioni o lo stravolgimento dell'impianto della riforma - spiega il vice segretario Lorenzo Guerini - per noi erano irricevibili» ma su una serie di temi (dal ruolo del preside, alle assunzioni, al 5 per mille) il Pd sta depositando in queste ore delle modifiche che "vanno incontro a chi era in piazza".

Il confronto continua in Aula
Gli emendamenti saranno esaminati in commissione durante il fine settimana, «ma il confronto non finisce qui: anche in Aula ci sarà spazio per intervenire. Un passo alla volta affronteremo tutto ciò che può migliorare la riforma», assicura Guerini, che garantisce anche «la forte condivisione di tutto il partito sulla riforma». A spiegare nel merito il pacchetto di emendamenti Pd, che in queste ore sta depositando la relatrice Maria Coscia, sono la responsabile scuola Francesca Puglisi e il presidente del partito Matteo Orfini, il quale assicura che «il Pd ha la volontà di lavorare insieme e di rendere il più condiviso possibile questo ddl di cui intendiamo mantener fermo l'impianto». Si parte dal tema delle assunzioni: «Un emendamento chiarisce che tutti i precari inseriti nelle GAE saranno assunti", visto che "in molti hanno scioperato perchè questo punto non era chiaro». Anche il termine dei 36 mesi «decorrerà dall'approvazione del Ddl», chiarendo un'ulteriore equivoco.

La questione del preside
Quanto al ruolo del dirigente scolastico, dal Pd precisano che «non vogliamo un preside manager o sceriffo, ma serve un responsabile per rendicontare l'esito del lavoro delle singole scuole». Da qui una la maggiore collegialità decisa ad esempio per l'approvazione del piano triennale dell'offerta formativa. E sull'assegnazione dell'incarico agli insegnanti, «anche questi ultimi potranno inviare il curriculum alle scuole dove preferirebbero insegnare», fermo restando che «tutti gli assunti saranno utilmente collocati», anche quelli che non riceveranno una chiamata diretta da un preside. Resta nella titolarità del preside l'utilizzo delle risorse (in tutto 200 milioni) per i premi agli insegnanti, ma «affiancato da un comitato di valutazione» dove siederanno anche rappresentanti dei docenti e dei genitori. Il preside sarà poi valutato ogni tre anni da un comitato dell'Ufficio scolastico regionale, che deciderà sulla quota premiale della retribuzione del dirigente. Altro punto controverso, il 5 per mille: «L'accusa che più ci fa male è quella di voler creare scuole di serie A e scuole di serie B, visto che l'obiettivo è di usare la leva del'istruzione per combattere le diseguaglianze». In ogni caso, «il fondo perequativo previsto nella quota del 10% viene alzato al 20%». La richiesta degli studenti sul diritto allo studio sarà invece inserita in una delle deleghe, ma «verranno precisati meglio i criteri» già nel testo di legge. Sempre in tema di deleghe, vengono drasticamente ridotte: le 12 previste si riducono ad 8.