29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Emergenza sbarchi

Dal Viminale una circolare per l'inattività dei migranti

Una delle criticità connesse all'accoglienza è quella relativa alla 'inattività dei migranti' che si riverbera negativamente sul tessuto sociale ospitante, quindi si «potrebbero sottoscrivere protocolli d'intesa con gli enti locali, anche costituiti in consorzio, volti a porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei migranti ospitati».

ROMA (askanews)«Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis gli immigrati che risiedono nei Comuni, invece di farli stare lì senza fare nulla»: è la proposta del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che non ha diviso tra critihe e approvazioni.

La circolare del 2014
Una circolare per ovviare all'inattività dei migranti esiste, è la numero 14290 del 27 novembre 2014 firmata dal capo Dipartimento delle libertà civili e immigrazione del Viminale, il prefetto Mario Morcone, con oggetto: «Attività di volontariato svolte dai migranti». Perché nella circolare inviata a tutti i prefetti, ai commissari del governo per le province autonome di Trento e Bolzano, al presidente della regione autonoma Valle D'Aosta, al gabinetto del ministro - ufficio VII asilo e immigrazione, al Dipartimento di Pubblica sicurezza, per far fronte ad una delle «criticità connesse all'accoglienza», cioè «quella relativa alla inattività dei migranti» l'invito è «l'individuazione di attività di volontariato». Attività «svolte esclusivamente su base volontaria e gratuita» e «finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e non lucrativo», previa formazione e con relativa copertura assicurativa.

Il problema dell'inattività dei migranti
Nella circolare del 2014 Morcone sottolinea che «gli importanti flussi migratori che hanno interessato l'Italia a partire dalla fine del 2013, e per tutto il 2014, hanno determinato una significativa presenza di cittadini stranieri extracomunitari ospitati in tutte le province del nostro territorio». E «a seguito di ciò da più parti è stato evidenziato che una delle criticità connesse all'accoglienza è quella relativa alla 'inattività dei migranti' che si riverbera negativamente sul tessuto sociale ospitante».

Per maggiroi prospettive di integrazione
Quindi «per ovviare a tale situazione si ritiene che, come già avviato con successo dalla Prefettura dl Bergamo» i destinatari della circolare «potrebbero sottoscrivere protocolli d'intesa con gli enti locali, anche costituiti in consorzio, volti a porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei migranti ospitati nelle province di rispettiva competenza attraverso l'individuazione di attività di volontariato». Nella circolare il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione Morcone sottolinea come «tali iniziative appaiono meritevoli di ogni considerazione in quanto, coinvolgendo i migranti in attività volontarie di pubblica utilità svolte a favore delle popolazioni locali, si assicurano loro maggiori prospettive di integrazione nel tessuto sociale del nostro Paese, scongiurando un clima di contrapposizioni nei loro confronti».

Le delimitazioni della circolare
Ma nella circolare ci sono anche alcune precise delimitazioni: «Le attività oggetto dei protocolli d'intesa devono essere rivolte, esclusivamente ai richiedenti asilo e a coloro che sono in attesa della definizione del ricorso in caso di impugnativa della decisione negativa della competente Commissione Territoriale e ciò nella considerazione che per i titolari di Protezione internazionale sono previsti altri percorsi di inserimento lavorativo». E soprattutto le attività di volontariato svolte dai richiedenti asilo devono rispondere a determinati requisiti, elencati nella circolare stessa: «Devono essere svolte esclusivamente su base volontaria e gratuita»; «devono essere finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e non lucrativo»; «deve essere sottoscritta un'adeguata copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi e contro gli infortuni", e "non a carico di quest'Amministrazione»; «deve essere assicurata una formazione adeguata alle attività che saranno svolte dai migranti volontari"; e "gli stranieri devono aderire, in maniera libera e volontaria, ad un'associazione o ad un'organizzazione di volontariato». Infine «si ritiene opportuno che i protocolli d'intesa vengano condivisi in sede di Tavolo di coordinamento regionale onde assicurare un'uniformità di azione sul territorio».