27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Legge elettorale

Marazziti: la fiducia non è necessaria

Mario Marazziti (Democrazia solidale, Pi-Cd), a proposito della legge elettorale, dichiara che «L'Italicum avrebbe potuto essere diverso. Per noi di Democrazia Solidale anche migliore. Con una piena proporzionalità (rappresentanza) sul primo turno, e un premio di maggioranza alla coalizione: 100 deputati su lista nazionale al secondo turno, se la soglia del 40 per cento non fosse stata raggiunta».

ROMA (askanews) - «L'Italicum avrebbe potuto essere diverso. Per noi di Democrazia Solidale anche migliore. Con una piena proporzionalità (rappresentanza) sul primo turno, e un premio di maggioranza alla coalizione: 100 deputati su lista nazionale al secondo turno, se la soglia del 40 per cento non fosse stata raggiunta (governabilità scelta dagli elettori su un programma e una coalizione di governo)». Lo dichiara Mario Marazziti (Democrazia solidale, Pi-Cd).

Rivedere la forma partito
«Avremmo preferito comunque il premio alla coalizione, governabilità più rappresentanza. Non è andata così. Se il premio è alla lista, come nell'Italicum di oggi, bisogna rivedere la forma partito e ragionare seriamente sul "cantiere democratico" come sul "cantiere liberale" o di "centrodestra/destra». Perché adesso anche la destra rischia di essere populismo e ricattata dalla voce del più forte mediaticamente ma, per fortuna, non espressione dello storico moderatismo italiano. L'Italicum d oggi è figlio di nessuno e di tanti. Non è quello che Renzi avrebbe voluto. Come il percorso per approvarlo non è quello che Renzi auspicherebbe. E' stato approvato da tutto il Pd alla Camera quando era molto peggio. Cero, pensando a miglioramenti. Anche noi l'abbiamo votato per migliorarlo», aggiunge.

L'idea dei nominati è deprimente
«Le soglie al Senato sono state migliorate, verso il rispetto della rappresentanza. Cioè degli italiani. Così la oralità di genere e, in parte, in collegi. Per quello che riguarda invece preferenze e capilista "bloccati" rappresentazione e realtà fanno si che una soluzione o l'altra, entrambe, hanno debolezze. L'idea dei "nominati" è un'idea, teoricamente, deprimente. E' un'arma nelle mani dei segretari. Non c'è dubbio. Sì. Per le cose buone e quelle cattive. Ma l'idea di scegliere "il proprio rappresentante" con le preferenze quando può esserci un collegio - e ce ne sono - con tre milioni e mezzo di votanti, significa che solo centinaia di migliaia di euro e cordate e cordatine possono raccogliere le preferenze: senza collegi piccoli solo i ricchi, quelli che contraggono debiti con i vari capi bastone, che hanno apparati di partito, che hanno fatto iscrivere esterni ed estranei, ovvero che hanno un potere mediatico e sui social media per un po' inattaccabile come 5 stelle possono avere qualche possibilità di riuscita», prosegue Marazziti.

«Le parole tornino a essere vere»
«Paradossalmente, se la classe dirigente è all'altezza, alcune persone di qualità possono arrivare in questo modo in Parlamento: persone che sarebbero sempre sconfitte in una mera raccolta di preferenze. Se non lo è, qualcuno in più fedele al segretario di turno. Non è un gran problema se minoritario. L'Italia ha bisogno di tante cose. Ma anche di un po' più di chiarezza. E che le parole tornino a essere vere. Se diventa un referendum pro o contro il cambiamento (anche delle nomenclature) e Renzi, c'è il rischio della fiducia. E in quel caso l'Italicum diventerebbe uno strumento. E la fiducia necessaria. Palese. Se si parla solo dell'Italicum, la parola sarà alla Corte, dopo. Se passa, dovremo ragionare sui "cantieri", più larghi degli attuali partiti più importanti. Può essere una sfida anche ieri 5 stelle, se vorrà un giorno provare a essere utile al Paese», sottolinea. «Se si parla di altro, preferisco approvare l'Italicum e dedicare il nostro lavoro al molto di cui c'e" bisogno. Economia, nuova cittadinanza, salvare le persone nel Mediterraneo, guidare con autorità morale - se non economica - l'Europa», conclude Marazziti.