19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
FdI contesta la "buona scuola"

Rampelli: «Siamo dalla parte degli insegnanti»

"Fratelli d'Italia-An prosegue la sua battaglia a fianco dei docenti che da ieri manifestano in massa spontaneamente in tutta Italia ed oggi sono in sit in a Montecitorio dopo il corteo promosso da Anief, e in convegni importanti, come quello di Adida a Roma". E' quanto dichiara in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli.

Roma (askanews) - «Fratelli d'Italia-An prosegue la sua battaglia a fianco dei docenti che da ieri manifestano in massa spontaneamente in tutta Italia ed oggi sono in sit in a Montecitorio dopo il corteo promosso da Anief, e in convegni importanti, come quello di Adida a Roma». E' quanto dichiara in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli commentando la mobilitazione degli insegnanti contro il ddl Scuola.

La mobilitazione degli insegnanti non può essere ignorata
«La mobilitazioni degli insegnanti - aggiunge - è la dimostrazione del disagio del mondo della scuola simboleggiato ieri con molta dignità da insegnanti che stringevano in pugno lumini cantando l'Inno d'Italia. Oggi ribadiamo con convinzione la necessità di far rientrare in un piano di assunzione tutti coloro, i docenti abilitati e in corso di imminente abilitazione, che rischiano di diventare gli 'esodati della scuola' dal piano Renzi senza che vengano giustamente riconosciuti i loro percorsi formativi e gli anni di servizio».

Ci batteremo in Parlamento 
«Le soluzioni prefigurate dal Governo della riserva di posti in un prossimo concorso nazionale - sottolinea Rampelli - non fanno giustizia rispetto alle aspettative create dal Miur nei loro confronti. Senza dimenticare la grave previsione dell'istituzione di 'albi' che non assicurerà più ai docenti una sede scolastica, ed unità ai piani triennali in balia della discrezione del dirigente scolastico, precarizzerà per sempre la categoria docente privandola inoltre della libertà d'insegnamento. Noi ci batteremo in Parlamento - conclude Rampelli - dove abbiamo presentato emendamenti in commissione nella speranza che Renzi una cosa buona la faccia: ascoltare chi la scuola la conosce bene».