19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Le richieste all'Ue

Organizzazioni cattoliche: corridoi umanitari per fermare la strage

Un appello congiunto delle organizzazioni cattoliche aderenti alla campagna «Cibo per tutti. E' compito nostro» chiede al governo italiano in vista dell'odierno consiglio Ue di fermare le stragi dei migranti. Tra le richieste, quella di «intercettare i flussi prima che arrivino i profughi, attraverso la costituzione di corridoi umanitari».

ROMA (askanews) «Fermiamo le stragi dei migranti». Così un appello congiunto delle organizzazioni cattoliche aderenti alla campagna «Cibo per tutti. E' compito nostro» al governo italiano in vista dell'odierno consiglio Ue. Tra le richieste, quella di «intercettare i flussi prima che arrivino i profughi, attraverso la costituzione di corridoi umanitari e uffici riconosciuti dall'Onu che diano visti umanitari in Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria e, laddove è necessario, il conferimento dello status di rifugiato politico da parte dell'UE modificando l'accordo di Dublino».

Le associazioni chiedono solidarietà a Ue
A firmare l'appello, Caritas italiana, Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario, Azione cattolica italiana, Associazioni cristiane lavoratori italiani, Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione italiana maestri cattolici, Banco alimentare, Cinecircoli giovanili socioculturali, Centro saveriano animazione missionaria/Centro educazione alla mondialità, Centro turistico studentesco e giovanile, Comunità di vita cristiana italiana/Lega missionaria studenti, Fondazione campagna amica, Earthday Italia, Missio, Movimento adulti scout cattolici italiani, Movimento cristiano lavoratori, Pax Christi Italia, Salesiani per il sociale/Federazione servizi civili e sociali-centro nazionale opere salesiane, Unione cristiana imprenditori dirigenti, Fondazione culturale responsabilità etica, Avsi, Centro turistico giovanile, Confederazione cooperative italiane, Federcasse, Federazione scoutistica italiana, Movimento giovanile salesiano, Movimento rinascita cristiana. In vista della convocazione della riunione straordinaria del Consiglio Europeo chiesta dal Governo italiano, per la giornata di domani 23 aprile, riteniamo nostro indispensabile dovere, scrivono le organizzazioni cattoliche, richiamare i Capi di Stato e di Governo alle proprie responsabilità, in quanto rappresentanti di Stati che si dichiarano garanti dei diritti umani.

Profughi sono nostri fratelli
L'appello si apre con una serie di affermazioni: «le centinaia di migliaia di profughi che premono alle frontiere dell'Europa, spinti da guerre e fame, che muoiono in mare per il proprio sogno di felicità, sono persone, nostri fratelli, nostro prossimo; tale valutazione è in linea con il dettato costituzionale e con la Carta della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite e risponde all'antropologia cristiana nella quale noi ci rispecchiamo. Ne discende che un'iniziativa militare, fosse anche mirata, porterebbe ad una escalation di violenza, oltre a non essere efficace per risolvere il problema; un intervento armato, fosse anche circoscritto, metterebbe a rischio i paesi europei della sponda mediterranea, inclusa l'Italia, per eventuali ritorsioni di ogni genere da parte di formazioni estremiste; va rilevato che una pressione armata straniera impedirebbe alle numerose fazioni libiche sul campo qualsiasi forma di coesistenza con i migranti provenienti da Oriente e dall'Africa subsahariana. Tali formazioni troverebbero più conveniente provvedere allo sterminio sistematico dei profughi piuttosto che provvedere al loro mantenimento». Infine, "non accettiamo la logica del 'ciò che non vediamo non esiste': centinaia di migliaia di persone muoiono e subiscono violenza in Eritrea, Somalia, Sudan, Etiopia, Repubblica centro africana, Mali, Sierra Leone, Nigeria; senza dimenticare le popolazioni che provengono dal versante medio orientale come la Siria».

La richiesta all'Unione europea
Le organizzazioni cattoliche, di conseguenza, chiedono: «Una politica europea nuova ed originale sulle migrazioni con la costituzione di una agenzia europea per le migrazioni; l'attivazione urgente di un'azione europea per arrivare alla stabilizzazione della Libia, attraverso la formazione di un governo di unità nazionale; va ricordato infatti che qualora venisse inviata una forza di peace keeping essa potrebbe operare solo con il consenso di un governo locale nel rispetto del diritto internazionale; di intercettare i flussi prima che arrivino i profughi, attraverso la costituzione di corridoi umanitari e uffici riconosciuti dall'ONU che diano visti umanitari in Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria e, laddove è necessario, il conferimento dello status di rifugiato politico da parte dell'UE modificando l'accordo di Dublino».