26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Il presidente della Commissione diritti umani

Manconi: Cancellare gli scafisti non significa cancellare il problema

Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani, risponde al premier Matteo Renzi in merito alle comunicazioni sul Consiglio europeo straordinario. Per Manconi è sbagliato concentrarsi sugli scafisti, che «sono i responsabili dell'atto finale di un fenomeno che ha radici che rischiano di essere rimosse se ci si concentra sui trafficanti».

ROMA (askanews) - «Per ragioni di regolamento non mi è stato possibile intervenire nella discussione nell'Aula del Senato a proposito delle comunicazioni del premier Matteo Renzi sul Consiglio europeo straordinario di giovedì prossimo. Avrei voluto dire al nostro presidente del Consiglio che reputo estremamente sbagliata una delle direttrici sulle quali si è mosso in questi giorni il governo italiano: concentrare la gran parte delle dichiarazioni e delle richieste, delle analisi e delle parole, delle iniziative e delle strategie sulla figura del nemico assoluto - il trafficante di esseri umani - rischia di risultare un diversivo pericoloso». Lo ha detto il senatore del Pd, Luigi Manconi presidente della commissione Diritti umani.

Importante non dimenticare le radici del fenomeno
«Gli scafisti, gli schiavisti, i negrieri - ha continuato Manconi - sono i responsabili dell'atto finale, abietto e sordido, di un fenomeno che ha radici lontane e prossime, antiche e congiunturali. Radici che rischiano di essere rimosse e censurate se si concentra tutta l'attenzione e l'intera strategia sulla repressione dei trafficanti; azione indispensabile e indifferibile, da attuare con la massima severità, ma che rischia di rivelarsi drammaticamente insufficiente».

Uccidere scafisti non serve
«Se infatti, per ipotesi, tutti gli scafisti e gli schiavisti venissero eliminati d'un colpo solo, che ne sarebbe di quelle centinaia di migliaia di persone che si rivolgono loro per trovare una via di fuga e un'opportunità di vita? Certo, non li vedremo più sulle coste di Lampedusa e sui barconi nel Mediterraneo perché - semplicemente - sarebbero in gran parte morti prima: nei paesi da cui fuggono, nei deserti che attraversano, nei lager che li imprigionano. Probabilmente un sollievo per il nostro senso estetico, non più offeso da tanto orrore, e per la nostra buona coscienza non più turbata da uno spettacolo così tanto crudele: ma nessun vantaggio per la stabilità dell'Africa e del Medio Oriente e nemmeno per il livello di civiltà giuridica delle nostre democrazie e per la dignità della nostra identità europea», conclude Manconi.