Allarme UE: non ci sono fondi per emergenza sbarchi
La portavoce dell'esecutivo di Bruxelle, Natasha Bertaud, ha spiegato che la situazione nel Mediterraneo peggiorerà, ma l'Europa non è pronta a rispondere: «Non abbiamo la bacchetta magica perché non abbiamo i fondi né il sostegno politico».
ROMA - La situazione nel Mediterraneo «è grave e peggiorerà nelle prossime settimane e mesi». A comunicarlo è Natasha Bertaud, la portavoce del Commissario agli Affari interni e all'Immigrazione, che aggiunge che il peggioramento sarà dato dal «miglioramento delle condizioni meteorologiche e del perdurare della situazione di instabilità e dei conflitti nei Paesi vicini».
La Commissione europea non può agire da sola
Le notizie da Bruxelles sono tutt'altro che rassicuranti e, a fronte dei numerosissimi sbarchi che hanno visto nelle ultime ore migliaia di migranti arrivare sulle coste italiane, la situazione sembra farsi ancora più cupa. «Dobbiamo essere sinceri – continua Natasha Bertaud –: la Commissione europea non può fare tutto da sola. Stiamo mettendo tutte le nostre energie nell'elaborazione di una strategia complessiva sull'immigrazione, ma non abbiamo una 'pallottola d'argento' o una panacea che risolvano di colpo tutti i problemi».
Per Comunità è priorità delle priorità
«Non abbiamo la bacchetta magica – aggiunge la portavoce di Bruxelles – perché non abbiamo i fondi né il sostegno politico» per avviare e portare avanti operazioni europee di salvataggio. Dopo Mare Nostrum, l'operazione messa in campo, Triton di Frontex, è stata, spiega Bertaud, «la risposta a quello che l'Italia ha chiesto», al tempo stesso, però, essa si limita a «dare assistenza» a causa del «budget annuale di 19 milioni di euro, che non è sufficiente». Il portavoce dell'esecutivo comunitario Margaritis Schinas ha affermato che l'emergenza immigrazione in atto è «la priorità delle priorità» in seno alla Commissione europea, che si sta adoperando, «lavorando intensamente per finalizzare» un nuovo piano d'azione entro il mese di maggio. «Agiremo perché la grandezza del fenomeno è tale che non può attendere. Ma il solo modo per cambiare la situazione - spiega - è cambiarla alla fonte, ovvero in Libia, Siria ed Iraq», avverte il portavoce dell'esecutivo comunitario.
Il fardello enorme dell'Italia
Le ultime ore hanno visto uno straordinario incremento degli sbarchi, con l'arrivo di circa diecimila persone. Secondo l'Onu «L'Italia sta portando un fardello enorme per conto dell'Europa sul problema dell'immigrazione». Per Sergio Chiamparino, presidente dell'Conferenza delle Regioni quella in atto sarebbe una «vera e propria emergenza umanitaria» e lo ha affermato in occasione di un incontro che le Regioni hanno tenuto con il ministro dell'Interno Angelino Alfano per affrontare il problema delicato degli sbarchi. Il Governo sta cercando di porre rimedio ad una situazione ormai vicina al collasso e Chiamparino spiega che «L'obiettivo è di non lasciare le regioni rivierasche del Sud ad affrontare da sole questo fenomeno». Il Viminale lavora, intanto, ad una soluzione immediata del problema e pensa alla creazione di 'hub' regionali che andrebbero ad ospitare circa mille migranti per un tempo che corrisponderebbe a quello dei controlli per la verifica dei richiedenti asilo. Oltre a questo, il ministero pensa anche all'utilizzo di strutture dismesse, come ad esempio vecchie caserme in disuso.
Marina italiana ha 90% dell'impegno
L'Italia da sola, però, non è capace di sopportare un tale fardello. È per questo che il Paese torna a chiedere aiuto all'Europa, affinché anche gli altri Paesi si impegnino sul fronte comune dell'emergenza migranti. A parlare è il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che afferma: «L'impegno è al 90% sulle spalle della Marina italiana, ma l'emergenza non riguarda solo l'Italia. Bisogna dare più soldi all'operazione europea Triton in corso. La prossima settimana Alfano vedrà a Roma il commissario Ue all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos, al quale chiederà proprio un maggiore impegno a sostegno dell'Italia. Intanto una prima risposta arriva dal portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, che ha ammesso come Roma stia "portando un fardello enorme per conto dell'Europa», e continua il numero uno della Farnesina: «Abbiamo il dovere di salvare vite e accogliere le persone in modo civile, ma abbiamo anche il dovere di chiedere alla comunità internazionale di impegnarsi».
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