23 aprile 2024
Aggiornato 12:00
M5S giudica tardivo il decalogo anticorruzione di Padoan

Cappelletti: «Il ministro arriva quando i buoi sono scappati»

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, presentano la normativa per contrastare la corruzione nelle società pubbliche, controllate e partecipate dal MEF. Per il senatore del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, si tratta di una iniziativa utile, ma per ora resta solo una dichiarazione.

ROMA - «Sicuramente è un'iniziativa utile, peccato che sia stata lanciata, guarda caso su tutti i media per tacitare l'opinione pubblica che chiede qualcosa di concreto». Il senatore del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, in un'intervista al DiariodelWeb.it, commenta la direttiva-decalogo con le regole contro la corruzione per le società pubbliche, che presto verrà emanata.

PER ORA SOLO UNA DICHIARAZIONE - «È una iniziativa quasi ad orologeria – continua il sentore pentastellato –, avrebbero dovuto farla il primo giorno di governo. E, comunque, è stata solo dichiarata. Aspettiamo che venga resa operativa. E, inoltre, riguarda solo la pubblica amministrazione, anche se chiaramente è una parte importante. La vediamo certo una cosa positiva, ma rimane insufficiente», spiega Enrico Cappelletti. «Cantone ha fatto questa proposta e ha fatto quella – che è la nostra proposta – di avere l'agente provocatore, cioè uno strumento di prevenzione», che utilizzerebbe un imprenditore che, in realtà, è un poliziotto sotto mentite spoglie. «Cambierebbero davvero le regole del gioco, in questo modo. Caselli ha dichiarato che, con questo contesto normativo, rimane ancora più conveniente corrompere. Bisogna intervenire per rendere non più conveniente utilizzare questa scorciatoia per soddisfare i propri obiettivi», spiega il senatore.

L'INCOERENZA DEL GOVERNO - Come sottolinea il senatore del Movimento 5 Stelle, per ora, quella del numero uno dell'Authority anticorruzione e del ministro dell'Economia rimane una dichiarazione: «Una linea guida è utile, ma non è risolutiva. Poi, per ora, è solo una sparata, come anche i Daspo per i corrotti: quando l'ha dichiarato Renzi la notizia era su tutte le tv del mondo – anche noi avevamo, in qualche maniera, sostenuto che era una proposta da condividere – poi, però, nel momento di votarla si sono tirati indietro. È più importante giudicare dai fatti che dalle dichiarazioni, purtroppo invece questa è una politica del far credere. Come gli emendamenti che sono agli atti del Senato in questi giorni, ma che sono solo di facciata perché verranno matematicamente ritirati da chi li ha proposti. Per poter dire «io la penso così, ma per rispetto del partito li ritiro». Che è come a dire do un colpo alla botte e uno al cerchio: ma se tu sei coerente e sei convinto ch quello che hai firmato sia veramente necessario per il nostro Paese e vai a votare», conclude il senatore Cappelletti.

PADOAN E CANTONE: DIFENDIAMO L'INTERESSE PUBBLICO - Il numero uno dell'economia italiana, Pier Carlo Padoan, in occasione del seminario di presentazione della normativa, ha affermato che l'obiettivo è quello di riuscire a «tutelare l'interesse pubblico» attraverso una «corretta gestione delle aziende pubbliche». Il contrasto alla corruzione, per Padoan è una questione «di rilievo in tutte le amministrazioni, soprattutto in questi tempi di crisi». Le linee guida proposte dal Mef e dall'Autorità nazionale anticorruzione sono rivolte a quelle aziende controllate e partecipate dallo Stato e, secondo il titolare di via Venti Settembre, non dovranno restare «lettera morta» e «lo Stato centrale deve essere motore di una sua rapida applicazione». Anche l'ex magistrato e responsabile dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, crede fermamente che la normativa in questione può rappresentare un salto avanti nel contrasto alla corruzione nelle aziende pubbliche. Per cantone si tratta di inserire «anticorpi sani» contro il cancro del malcostume. «Nessuno pensa che queste linee guida abbiamo una funzione salvifica o possano servire per sconfiggere la corruzione, ma possono provare a introdurre anticorpi sani, una cosa fondamentale per applicare le regole», spiega il nuemro uno dell'Anac. Secondo Cantone, quello presentato dal MEF è uno strumento utilizzabile anche dalle fondazioni, «troppo spesso usate come strumento per non adeguarsi». «Chiederemo alle fondazioni controllate di comportarsi come enti pubblici, chiederemo il rispetto delle norme di trasparenza e delle regole anticorruzione», spiega Cantone. Come le partecipate, anche queste dovranno «nominare un responsabile della trasparenza».