24 marzo 2025
Aggiornato 23:00
Renzi commenta il voto

«Abbiamo vinto 2-0. Che dovevamo fare di più?»

Il premier da Vienna commenta i risultati elettorali, mostrando grande entusiasmo. «In otto mesi, il Pd ha vinto cinque a zero», ha dichiarato. E gli unici nemici rimasti a Renzi sembrano essere Matteo Salvini e l'astensionismo

ROMA - Fin dal primo mattino la minoranza Pd, ma non solo, scalpita: il crollo dell'affluenza alle urne in Emilia Romagna e Calabria è un problema serissimo. Per il Pd. No a «consolazioni autolesioniste», avverte Stefano Fassina; «guai a sottovalutare il crollo», aggiunge Vannino Chiti; subito una riflessione «con urgenza e verità» chiede Sandra Zampa. A tutti risponde, da Vienna, il premier Matteo Renzi: il Pd «ha vinto» (Stefano Bonaccini si afferma in Emilia Romagna con il 49%, Mario Oliverio in Calabria con il 61,5%), tutto il resto può certo «preoccupare» ma è un «fatto secondario». Punto. L'altro fronte aperto è dentro il centrodestra: la Lega dilaga, Raffaele Fitto bolla come «drammatico» il risultato di Forza Italia e chiede l'azzeramento delle cariche. Ncd mette paletti: mai con il Carroccio che è diventato «estrema destra».

IN OTTO MESI, 5-0 - per il PD Renzi, intanto, attacca. «In otto mesi il mio partito ha vinto cinque a zero, oggi qualsiasi persona normale sarebbe felice»: anche se hanno votano solo 4 su 10 Emilia Romagna e Calabria, con Stefano Bonaccini e Marco Oliverio, sono nelle mani del centrosinistra. Come è già accaduto a Sardegna, Piemonte ed Abruzzo. E stilettata ai profeti dello sciopero generale del 12 dicembre: «Le forze politiche che hanno contestato le riforme - aggiunge - possono vedere i risultati che hanno ottenuto». Tocca al vice segretario Lorenzo Guerini assicurare a chi chiede nel partito una riflessione che «nelle prossime settimane» uno spazio per questo ci sarà, ma l'astensionismo «è un problema di tutta la politica».

DUE MATTEI A CONFRONTO - E poi c'è la Lega. Il Carroccio in Emilia Romagna doppia letteralmente Forza Italia e porta a casa il 29,8% dei consensi. Per dirla con un tweet di Renzi: «La Lega asfalta Fi e Grillo». Matteo Salvini è il vero competitor per il Pd? «Se loro stanno arrivando li aspetteremo» minimizza il segretario dem. Ma Matteo Salvini invece di «stappare spumante» e «gongolare come fa il premier» lancia la sfida: «Renzi vuole il voto in primavera, noi siamo pronti», «vogliamo proporre un progetto alternativo al renzismo» in una coalizione di centrodestra «compatta, che per ovvi motivi non può comprendere Alfano» ma Silvio Berlusconi non deve «soccorrere» Renzi.

SALVINI: LA LEGA È PRONTA A ESSERE L'ALTERNATIVA A RENZI - La Lega lavora per un progetto alternativo al renzismo ed è pronta a sfidare il premier, ma suggerisce a Berlusconi di non sostenere il processo di riforme iniziato. «Quando Renzi vorrà noi siamo pronti alla sfida», ha detto il segretario Matteo Salvini commentando i risultati elettorali, ma «per essere maggioranza in Italia occorre una proposta alternativa a Renzi ed evidentemente non puoi soccorrerlo per quello che è il suo progetto di controllo della società: le sue riforme sono un danno per il Paese»«Nell'ambito del centrodestra - ha proseguito Salvini - non c'è alcuna ostilità, anzi spero che il risultato sia di stimolo per lavorare su cose concrete. Innanzitutto emendare la Costituzione: prima ancora che il pareggio di bilancio la necessità è che sia inserito il diritto alla piena occupazione. Speriamo - ha proseguito Salvini - che il dibattito in seno a Forza Italia si sviluppi in maniera rapida: rispetto per le autonomie e le identità, la ripresa del discorso sul federalismo rimasto in sospeso». Salvini pensa ad una «coalizione compatta, che per ovvi motivi non può comprendere Alfano e non ha niente di alternativo a Renzi». Il leader leghista ha specificato che la sua chiusura «non riguarda tutto lo schieramento, visto che ci sono uomini e donne anche nel nuovo centrodestra che possono essere interessati al nostro progetto».

RENZI: ASTENSIONISMO NON MI PREOCCUPA - Sull'astensionismo, dunque, il premier è stato chiaro: «è un elemento che deve preoccupare e fare riflettere ma è un elemento secondario rispetto al fatto che non tutti hanno perso e che ci sono due nuovi presidenti regionali che hanno vinto e le forze politiche che hanno contestato le riforme possono vedere i risultati che hanno ottenuto»«Il mio interesse comunque - ha concluso - non è mettere le bandierine ma affrontare i problemi».