Articolo 18, ha vinto Sacconi
Nell'emendamento del Jobs act che oggi il governo riformulerà passa il reintegro per specifici casi straordinari. Il presidente della commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, conferma che ci sarà esattamente quello concordato con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Chiude lo scontro che si era aperto ieri sul Jobs act tra Ncd e il Pd, in vista delle modifiche sull'articolo 18.
ROMA - «L'accordo nella maggioranza c'era e c'è». Queste le parole del presidente della commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, che ai microfoni di a Rai News, chiude lo scontro che si era aperto ieri sul Jobs act tra Ncd e il Pd, in vista delle modifiche sull'articolo 18.
RISOLTO IL NODO DEL TESTO - Nell'emendamento che oggi il governo riformulerà «ci sarà esattamente quanto concordato sabato tra me e il ministro Poletti», ha detto Sacconi, che ieri aveva minacciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di lasciare la commissione lavoro qualora il testo presentato fosse stato diverso da quello esaminato con il ministro del Lavoro. Renzi dimostrerà una «determinazione ferrea ad andare avanti» con lo Jobs act, ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. «Sono poco esperto del procedimento parlamentare - ha detto il ministro di Economia e Finanza - ma vedo che la determinazione del governo e del presidente Renzi ad andare avanti è ferrea».
LA QUESTIONE DEL REINTEGRO E L'INDENNIZZO - Il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti «nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato». E' quanto prevede l'emendamento Gnecchi riformulato dal governo e presentato in commissione Lavoro della Camera. L'emendamento prevede inoltre che vengano fissati «termini certi per l'impugnazione dell'emendamento». Per i licenziamenti economici resta esclusa la possibilità di essere reintegrati nel posto di lavoro; mentre verrà previsto «un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio».
POLVERINI: RENZI SENZA CORAGGIO - Intanto arrivano i commenti negativi nei confronti della politica economica portata avanti da Renzi. «Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento dell'Esecutivo Renzi privo di coraggio che non può rappresentare quella svolta che tanto attendono le aziende e soprattutto i disoccupati italiani. Ancora una volta diventa il punto di mediazione all'interno del Pd e della maggioranza di governo». Così sul Jobs Act, ai microfoni del Tg2, la deputata Renata Polverini (Fi), vicepresidente della Commissione Lavoro.
SCOTTO: FACCIA DI RENZI, MA POLITICA DI SACCONI - Il capogruppo di Sel a Montecitorio, Arturo Scotto, commenta così la questione delicata del Jobs act: «Sul Jobs Act la faccia ce la mette Matteo Renzi ma la politica è quella di Sacconi. Stiamo assistendo ad un indecente balletto all'interno della maggioranza che vede centrale il Nuovo Centro Destra e il suo ricatto sulla testa dei lavoratori, dei precari e di quei giovani che oggi chiedono diritti. Sinistra Ecologia Libertà non accetterà tale ricatto e userà tutti gli strumenti messi disposizione dai regolamenti parlamentari. Non possono immaginare di discutere in questo Parlamento soltanto all'interno della maggioranza e all'interno delle correnti del Partito Democratico».