19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Diritti civili

Zan (Sel) presenta proposta di legge per unioni civili

Il deputato ha depositato oggi alla Camera il testo con il fine di eliminare ogni discriminazione tra coniugi e uniti civilmente, e «garantire che i diritti e i doveri derivanti dall'unione civile siano gli stessi derivanti dal matrimonio»

ROMA - Il deputato di Sel Alessandro Zan ha depositato oggi alla Camera una proposta di legge in materia di istituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, che, proprio al fine di eliminare ogni discriminazione tra coniugi e uniti civilmente, «garantisce che i diritti e i doveri derivanti dall'unione civile siano gli stessi derivanti dal matrimonio».

CE LO CHIEDE L'UE - «Mi appello al premier Renzi - ha detto - affinché, senza se e senza ma, garantisca con una legge giusta la piena equiparazione dei diritti tra coppie sposate e coppie omosessuali, magari partendo proprio da questa proposta: ce lo chiede l'Europa, ma ancor prima ce lo chiedono l'Italia e gli italiani»

LEGGE PER CAMBIARE CULTURA - «Pur nella convinzione che l'apertura del matrimonio alle coppie lesbiche e gay sia l'unico traguardo di uguaglianza e pari dignità per le famiglie omosessuali, essendo il matrimonio un diritto fondamentale - ha spiegato ancora Zan - questa proposta di legge introduce un istituto, con lo stesso contenuto del matrimonio, con l'obiettivo di superare l'attuale situazione nella quale la dignità sociale è negata o contrastata, e di consentire che nel Paese e nella classe politica si determini un cambiamento culturale che al momento non appare ancora compiuto».

NCD ESEMPIO ARRETRATEZZA CULTURALE - Il parlamentare, esponente della comunità gay e noto per aver promosso e ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto, ha criticato anche alcune posizioni del Nuovo Centro Destra, in particolare quella del capogruppo al Senato Maurizio Sacconi, che ieri si è espresso contro un'equiparazione dei diritti tra coppie sposate e coppie omosessuali: «Si tratta di posizioni che denotano l'arretratezza culturale del nostro Paese e di una politica fondata sull'ignoranza e l'intolleranza, che non solo non rappresenta i cittadini ma altresì contrasta con le linee dettate dai giudici costituzionali. Anche nella recentissima sentenza della Consulta sul divorzio imposto per il cambiamento di sesso di uno dei coniugi - ha commentato Zan - i supremi giudici riconoscono un grave deficit di tutela, e un sacrificio indiscriminato, del diritto di compiere scelte relative all'identità personale, del diritto alla conservazione della preesistente relazione con i caratteri della stabilità e continuità tipiche del vincolo coniugale, e del diritto a non essere ingiustificatamente discriminati rispetto a tutte le altre coppie coniugate».