6 maggio 2024
Aggiornato 03:31
Europee 2014

Il Cavaliere «senza» TV

Alla fine, per non sbagliare, c'è solo un modo: leggere. E anche uno come Silvio Berlusconi, che ama andare a braccio, è costretto a farlo per evitare di incappare in una frase anti-giudici sopra le righe tanto quanto basta per causare la revoca dei servizi sociali.

ROMA - Alla fine, per non sbagliare, c'è solo un modo: leggere. E anche uno come Silvio Berlusconi, che ama andare a braccio, è costretto a farlo per evitare di incappare in una frase anti-giudici sopra le righe tanto quanto basta per causare la revoca dei servizi sociali. Così, all'esordio della prima conferenza stampa dopo cinque mesi e della prima uscita pubblica dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza, l'ex premier legge quelle righe relative alla sua situazione giudiziaria vistate dai suoi avvocati.

Perchè chiedergli di andare davanti ai giornalisti per presentare le liste 'ignorando' la condanna sarebbe stato troppo, meglio trovare il modo giusto. «Per la prima volta in 20 anni non sarò candidato», si rammarica, e questo non avviene «per volontà popolare» ma per una «ingiusta decisione della magistratura». Poi gli accenti da statista: «Sono un uomo delle istituzioni» e quindi - spiega - non posso che rispettare l'ordinamento» e dare corso «alle decisioni della magistratura», anche se questo «avvantaggia la sinistra».

Peraltro il leader azzurro mostra di essere particolarmente contento di dover fare assistenza in un centro anziani. «Questa cosa mi ha fatto piacere perché io nella mia vita ho fatto sempre delle attività di supporto a chi ha bisogno».
Insomma, non si dica che per lui è un umiliazione: qui si sta già puntando sul target elettorale.

Il fulcro del suo intervento è, o piuttosto avrebbe dovuto essere, dedicato all'Europa. Il motto è: euro sì ma a certe condizioni. Ossia: eliminare il fiscal compact, ottenere lo sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil, rivedere i Trattati e i poteri della BCE.

Ma alla fine è sempre alla questione processi che si torna, soprattutto quando arriva il momento delle domande. Alla prima il Cavaliere fa il gesto di cucirsi la bocca, poi però gli scappa un accenno a Mani Pulite. Quindi ribadisce l'importanza della riforma della giustizia e assicura che sarà tema di campagna elettorale. La sbavatura più evidente rispetto al canovaccio imposto, però, la commette quando fa riferimento - pur stando attento a non nominarla - a Magistratura democratica. «C'è una corrente della giustizia che ha dichiaratamente - sostiene - finalità politiche». Di fatto, però, il 'cordone di sicurezza' preparato dai suoi avvocati regge la prima prova.

Ora Silvio Berlusconi, come ha promesso anche agli eurocandidati incontrati dopo la conferenza stampa, è pronto a fare campagna elettorale. A cominciare dalle tv: «intendo andarci», ha ribadito. Dove, come e quando, sarà deciso dopo Pasqua. Questa sera l'ex premier è rientrato ad Arcore ma già per domani mattina è previsto un primo punto organizzativo. Il leader di Forza Italia sa che il suo impegno in prima persona è necessario per risollevare le sorti del partito, anche se sui sondaggi cerca di non mostrarsi troppo pessimista: che Forza Italia sia al 20% senza che io vada in tv e con un «ottimo comunicatore» come Matteo Renzi dall'altra parte - dice - è un «miracolo». Il timore di una campagna elettorale 'depotenziata' però pesa sulla classe dirigente azzurra.

Alla fine, d'altra parte, l'ex premier è stato costretto a presentare liste che non lo entusiasmano. Parla di esclusione «dolorosa» di Claudio Scajola dovute al rischio di un polverone mediatico sul suo nome. Ma di fatto, ancora in serata, confidava: «Certo, potevamo fare meglio». Ma tant'è. Sarà anche per questo, forse, che ai piani alti di San Lorenzo in Lucina si sta valutando la possibilità di far fare a Berlusconi anche campagna elettorale sul territorio: l'ipotesi è quella di chiedere appositi permessi per comizi in giro per l'Italia.