Marò rischiano 10 anni, Bonino indignata
Lo scrive oggi la stampa indiana, confermando così le indiscrezioni trapelate ieri attraverso una fonte del ministero dell'Interno di Nuova Delhi secondo la quale sarebbe definitivamente tramontata l'ipotesi di una possibile condanna alla pena di morte
ROMA - Il rapporto della polizia investigativa indiana Nia con i capi d'accusa a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non conterrà più l'imputazione di «omicidio» di due pescatori del Kerala, ma quella di «violenza» ai danni delle due vittime. Lo scrive oggi la stampa indiana, confermando così le indiscrezioni trapelate ieri attraverso una fonte del ministero dell'Interno di Nuova Delhi secondo la quale sarebbe definitivamente tramontata l'ipotesi di una possibile condanna alla pena di morte.
LE IPOTESI - Secondo i quotidiani The Times of India e The Hindu, il ministero dell'Interno ha confermato l'applicazione al caso dei due marò italiani della legge antiterrorismo e antipirateria (Sua Act) ma si è detto favorevole al ricorso solo al all'articolo 3 comma 'a-1'. Quest'ultimo, al quale ora dovrebbe attenersi la Nia, riferisce che chi «compie un atto di violenza contro una persona a bordo di una piattaforma fissa o di una nave (...) mettendo in pericolo la navigazione sicura di essa, sarà punito con la prigione per un periodo che può estendersi fino a dieci anni e può essere sottoposto a multa».
Si tratta di un comma più 'morbido' rispetto a quello evocato e invocato fino ad oggi, il comma 'g-1' secondo il quale chiunque, commettendo un atto di violenza contro una nave indiana, «provoca la morte di una persona qualsiasi, sarà punito con la pena di morte».
Di poco differente è, invece, la versione riportata oggi da The Indian Express. Quest'ultimo quotidiano afferma che i due Fucilieri di Marina italiani saranno processati attraverso la sezione 302 del Codice penale indiano che implica anche una possibile condanna a morte. «La possibilità che gli imputati vengano effettivamente condannati alla pena capitale è però molto bassa perché il reato loro contestato non rientra nei casi eccezionali per i quali è richiesta», commenta il quotidiano.
BONINO INDIGNATA - «Talune anticipazioni che provengono oggi da Nuova Delhi sull'iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di marina» Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «mi lasciano interdetta e indignata»: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, in riferimento alle indiscrezioni secondo le quali il governo indiano avrebbe deciso di perseguire Massimiliano Latorre e Salvatore Girone con la legge antiterrorismo e antipirateria (Sua Act), pur rinunciando all'eventuale condanna alla pena di morte.
LA RUSSA: STOP A MISSIONI - «Dopo due anni di indifferenza non serve la falsa indignazione. Ministro Bonino servono i fatti. Usciamo dalle missioni internazionali. Ora». Così il presidente di Fratelli d'Italia - centrodestra nazionale ed ex ministro della Difesa Ignazio La Russa ha commentato su Twitter le parole della titolare della Farnesina, Emma Bonino, che si è detta «interdetta e indignata» da «talune anticipazioni che provengono oggi da Nuova Delhi sull'iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di marina» Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
PITTELLA: L'INDIA CI CONSIDERA TERRORISTI - «Da oggi, per l'India, uno dei membri fondatori dell'Unione europea, l'Italia, é uno Stato terrorista. Se la notizia sulla decisone di Nuova Delhi di far ricorso alla legge antiterrorismo, Sua act, nei confronti dei nostri due militari (Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ndr) fosse confermata, vorrebbe dire che l'India implicitamente considera il nostro Paese come uno Stato terrorista». E' quanto ha dichiarato oggi Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo ed esponente Pd.
«Questo vuol anche dire che a breve la presidenza dell'Unione europea sarà nelle mani di uno Stato terrorista. Ma da Bruxelles, Barroso, Van Rompuy e lady Ashton, nessuno dice niente?» ha concluso Pittella.
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