19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Partito Democratico

Franceschini e Fassino puntano su Renzi

In attesa del congresso del Partito democratico, i suoi dirigenti divisi fra pro e contro sindaco di Firenze. Finocchiaro: «Non sono convinta se voglia fare il segretario o il premier». Damiano: «Basta endorsement senza programmi»

GENOVA - In attesa del congresso nazionale del Partito democratico (Pd), stanno continuando le prese di posizione pro e contro il sindaco di Firenze, che nei giorni scorsi si è candidato alla segreteria del Pd.

FRANCESCHINI, VOTO MATTEO PER UNIRE PD - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha detto alla festa del Pd a Genova: «Il Pd deve smetterla con la stagione delle lacerazioni e delle lotte fratricide. Io sono pronto a votare per Matteo Renzi se il sindaco di Firenze lavorerà per unire oltre che per innovare». Per Franceschini, quando in una squadra ci sono talenti vanno utilizzati, e «Matteo è sicuramente un talento. C'è bisogno di un partito che si rinnova, che si apre e Matteo ha interpretato questa domanda di cambiamento. Se lavorerà per innovare ma anche per unire e non per dividere sono pronto a votare per Matteo».
Anche perché, ha continuato il ministro, lo stile di comunicazione di Renzi «è migliorato. Registro che Matteo in queste settimane sta mettendo il suo messaggio più in positivo. La 'rottamazione' era un brutto termine, per porre il tema vero del cambiamento dei gruppi dirigenti. Il primo tema che uno deve porsi è come tenere insieme il partito, se lo vuole rinnovare».
Quindi Franceschini ha concluso, citando Rivera-Mazzola: «Siamo molto bravi a farci del male. Quando abbiamo una pluralità di leadership o di personalità lo viviamo come un limite o come frutto di lacerazione. Ma dove sta scritto? Quando una squadra ha più talenti cerca di utilizzarli tutti. Credo sia impossibile non riconoscere a Enrico Letta, anche da parte di un avversario politico, l'autorevolezza e la competenza con la quale sta facendo il presidente del Consiglio. Perché bisogna dire che è impossibile utilizzarli (entrambi, ndr)? Io soffro ancora per Mazzola e Rivera...».

FASSINO, CON RENZI PER NON TIRARE FRENO A MANO - «Penso che quella di Matteo Renzi sia una disponibilità che il Pd deve raccogliere. Sarebbe un errore lasciarla cadere o peggio ancora ostacolarla», così il sindaco di Torino, Piero Fassino, in una intervista a Repubblica.
Secondo Fassino Renzi è l'uomo giusto perché «raccoglie consenso fuori dal Pd e dal centrosinistra. Supera gli steccati, in maniera trasversale, intercettando coloro che si sentono delusi: delusi dalla mancata vittoria del centrosinistra, delusi dalla sterilità delle proposte di Grillo, delusi dal centrodestra e da Berlusconi».
E quindi «è ora che il gruppo dirigente faccia un salto. Non si sceglie un leader, come dire, tirando continuamente il freno a mano, avendo paura di quello che si può scegliere. È l'ora di liberarsi dalla preoccupazione di preservare quello che siamo stati piuttosto di costruire quello che potremmo essere. Apriamo una stagione nuova per il Paese». Così, ha concluso il sindaco di Torino, il Pd smetterà di «essere ostaggio di Berlusconi, il Movimento 5 Stelle è prigioniero dello spirito di vendetta e dei personalismi di Grillo. Se non siamo noi ad innovare, chi mai potrà farlo?».
Fassino ha poi svelato un retroscena: «Personalmente sono convinto non da oggi che Renzi rappresenti un fattore di innovazione importante. Parlando con Bersani al telefono, poche ore prima che salisse al Colle per annunciare al presidente Napolitano l'impossibilità di formare un governo, gli dissi: fai la mossa del cavallo, suggerisci tu Renzi come presidente del Consiglio. È il momento». Concludendo il primo cittadino ha detto: «Un Pd che faccia squadra intorno a Renzi renderà più solido anche il governo e la funzione di Enrico Letta».

PITTELLA, NON VEDO L'ORA DI CONGRESSO - Il vice-presidente vicario del Parlamento europeo Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Pd ha detto di essere impaziente riguardo il congresso del Pd: «Caro Renzi benvenuto nell'arena, ti aspetto al congresso. É certamente un bene per il Pd che il sindaco di Firenze abbia rotto gli indugi. Non vedo l'ora di confrontarmi con lui e con gli altri candidati su idee e progetti concreti per il Pd e per l'Italia».
L'eurodeputato ha poi lanciato un avvertimento a Renzi: «Noto con piacere che chi ha tentato fino all'altro ieri di chiudere il congresso ai soli iscritti o rimandarne lo svolgimento sine die, si sia ravveduto e che, forse preso dal panico, tenti ora di lanciarsi a peso morto sul carro del presunto vincitore. Fossi in Renzi inizierei a preoccuparmi».

FINOCCHIARO, RENZI VUOI FARE SEGRETARIO O PREMIER? - La senatrice Anna Finocchiaro, a margine del suo intervento alla festa nazionale del Pd di Genova, ha espresso i suoi dubbi riguardo al sindaco di Firenze: «Non sono ancora stata convinta da Matteo Renzi del fatto che voglia fare davvero il segretario del Pd o piuttosto voglia fare il segretario del Pd perché questo gli consente di fare il premier. Io credo che occorrano doti diverse per fare il segretario del Pd e per fare il premier, che le due cose vadano distinte e che la corsa da segretario non può essere utilizzata per poi candidarsi a fare il premier».

DAMIANO, SI DECIDA IN BASE A IDEE - Cesare Damiano non ha gradito le uscite di Franceschini. Il presidente della commissione Lavoro della Camera ha spiegato che prima di offrire sostegno a un candidato alla segreteria bisogna leggere bene i programmi di ciascuno e ricorda che quelle del sindaco di Firenze, ai tempi delle scorse primarie, erano lontane da quelle sostenute dalla sua 'Costituente per le idee'. «Spero che tutti i candidati vogliano unire e innovare. In ogni caso, se si trattasse di un endorsement, in questo momento lo riterrei sbagliato, perché insisto sul fatto che noi dobbiamo partire dai programmi. Non a caso abbiamo lanciato la costituente delle idee, un documento che vogliamo che viva al congresso per individuare un programma e sottoporlo ai candidati: Civati, Cuperlo, Pittella e Renzi».