26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
La formazione del Governo

Napolitano «rompe» la tradizione e parla prima di Bersani

E' infatti una novità assoluta che il Presidente della Repubblica prenda la parola prima del segretario generale e prima dell'incaricato, in questo caso il Segretario del Partito Democratico

ROMA - Giorgio Napolitano ha superato la tradizionale prassi istituzionale della formula con cui viene affidato l'incarico al presidente del Consiglio. E' infatti una novità assoluta che il Presidente della Repubblica prenda la parola prima del segretario generale e prima dell'incaricato, in questo caso Pier Luigi Bersani. Il Capo dello Stato è entrato nella sala stampa adiacente lo studio alla Vetrata, dove ha ricevuto il leader del Pd per comunicargli la sua decisione, e ha motivato la ratio di questo preincarico aggiungendo un'analisi della situazione, il tutto in un discorso di dieci pagine. «Si apre oggi una fase decisiva per dare all'Italia un nuovo governo sulla base dei risultati elettorali: l'incarico che sto per dare costituisce il primo passo del cammino che dovrà condurci al più presto al raggiungimento dell'obbiettivo», ha detto il capo dello Stato.

LA QUESTIONE DEI TEMPI - «Dico 'al più presto', perché il paese è premuto da problemi che esigono la nascita di un esecutivo e l'avvio di una normale e piena attività legislativa, al di là dei provvedimenti urgenti che il governo dimissionario riterrà di adottare ed è in grado di adottare», ha aggiunto il Capo dello Stato che ha poi voluto sgombrare il campo dalle accuse di lentezza del percorso sollevate da alcuni organi di stampa. «Reagisco a certe affermazioni che si ascoltano nel dibattito pubblico, infondatamente polemiche per il tempo che stanno prendendo gli adempimenti post-elettorali: non è ancora trascorso un mese dalle elezioni del 24 febbraio - ha ricordato -, da una settimana si sono insediate le nuove Camere, e mi complimento per il fatto che da ieri si sono definiti i rispettivi Uffici di Presidenza, significativamente rappresentativi di tutte le componenti politiche».
«Nella fase che ora si apre occorre procedere senza sterili lungaggini ma con grande ponderazione ed equilibrio - ha avvertito Napolitano -. A chi se la prende con le presunte lentezze italiane, segnalo che nei due paesi di democrazia parlamentare in cui si sono svolte delicate consultazioni elettorali tra l'autunno scorso e l'inizio di quest'anno, sono occorsi, per la formazione dei nuovi governi, circa due mesi, in Olanda 54 giorni e in Israele 55 giorni».