29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Politiche europee | Crisi del debito

Da Napolitano e Hollande un «impulso» al progetto europeo

Nel giorno in cui al vertice dell'eurogruppo la Germania frena sugli aiuti alla Grecia, posizione parzialmente corretta da una apertura della Merkel, Italia e Francia consolidano un nuovo asse all'insegna della richiesta di politiche per la crescita in Europa e della difesa dell'euro

PARIGI - Nel giorno in cui al vertice dell'eurogruppo la Germania frena sugli aiuti alla Grecia, posizione parzialmente corretta da una apertura della Merkel, Italia e Francia consolidano un nuovo asse all'insegna della richiesta di politiche per la crescita in Europa e della difesa dell'euro. L'occasione è data dalla visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una visita di Stato particolarmente significativa; da 22 anni infatti un Capo di Stato italiano non veniva ricevuto in forma ufficiale dal suo omologo francese, (allora era stato Cossiga a incontrare Mitterand).

Dopo il colloquio all'Eliseo la sintonia tra i due è evidente: Occorre «favorire in tempi rapidi la ripresa economica e l'occupazione per rispondere alle ansie dei lavoratori e dei cittadini», dice Napolitano. Mentre Francois Hollande in vista del prossimo Consiglio europeo fa sapere che Italia e Francia «lavoreranno insieme per trovare un compromesso e sulla base del principio che si deve perseguire la crescita e la solidarietà in un contesto di controllo della spesa». Entrambi poi avvertono che dalla scelta dell'euro non si torna indietro. L'euro è una «conquista intangibile per tutte le istituzioni dell'Europa che sono decise a salvaguardarlo», ha detto il Capo dello Stato. Una convinzione profonda anche per i tedeschi, ha aggiunto Hollande. Ecco perché Italia e Francia si impegneranno insieme per raggiungere un accordo sugli aiuti alla Grecia, perché «se non troviamo i mezzi per la Grecia - ha avvertito l'inquilino dell'Eliseo - sarà pericoloso per tutta la zona euro».
C'è stato un periodo in cui si discuteva della permanenza della Grecia nell'euro - ha ricordato Napolitano - ma poi un punto fermo è stato preso dal presidente della Bce Mario Draghi sul fatto che la Grecia è nell'euro» e recenti «prese di posizione tedesche hanno ribadito questa posizione comune».

«All'Italia e alla Francia tocca dare un nuovo decisivo impulso al superamento di una così complessa fase di crisi», ha ripetuto in serata Napolitano al pranzo di Stato offerto dal suo ospite all'Eliseo. «E' quel che oggi occorre nell'interesse comune europeo, pur senza sottovalutare il valore storico e la persistente importanza dell'intesa tra Francia e Germania».

Il Presidente della Repubblica ha anche lanciato un allarme sul clima di sfiducia e di disagio dell'opinione pubblica nei confronti delle scelte europee invocando un maggiore coinvolgimento dei cittadini: «E' una fase molto difficile di disincanto, una fase difficile per la fiducia e per il distacco dei cittadini - ha spiegato il capo dello Stato -. Dobbiamo reagire anche a molte rappresentazioni falsanti e dare risposte efficaci in termini di legittimazione democratica, processo decisionale per favorire un avvicinamento».

Napolitano ha ricevuto un'accoglienza molto calorosa anche quando è intervenuto nel pomeriggio all'assemblea nazionale francese, dove al termine del suo discorso i deputati si sono alzati in piedi per applaudire. Anche in questa occasione il Presidente ha ribadito l'urgenza di un impegno per la crescita «Non si possono giustificare tergiversazioni e resistenze passive» anche perché «nessuno anche tra i più popolosi, ricchi e forti Stati dell'Unione europea può da solo scongiurare il rischio del declino e dell'irrilevanza». Ai paesi fondatori dell'Unione europea, come Francia, Germania e Italia spetta ora «ritrovare la strada di una decisiva, nuova convergenza di intenti e di posizioni», rinnovando quel principio di solidarietà su cui si è fondata la comunità, quel «retroterra di comune e solidale impegno» che «ha rischiato di incrinarsi negli scorsi anni» con conseguenze che «sarebbero fatali».

Ora «ciascuno deve fare la sua parte perchè l'Europa e il progetto di unità europea escano dalla crisi» e l'Italia sta facendo la sua, assumendosi «le sue responsabilità con la consapevolezza delle criticità della storia e della realtà del nostro paese, ma anche con l'orgoglio dei progressi conseguiti e il rifiuto di facili clichè negativi. Stiamo tracciando e seguendo un severo percorso di risanamento e cambiamento e ora sollecitiamo e stimoliamo una svolta verso una nuova prospettiva di crescita e sviluppo in Europa».