29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Ipotesi voto in due tranche, ma crescono i dubbi

Primarie Pdl, il Cav insiste su sua lista

Ciò che si materializza all'orizzonte è qualcosa che viene definito indifferentemente come «fiera delle vanità» o «ciro Barnum» senza andare troppo lontano dalla realtà. Ennesimo capitolo della difficile saga delle primare del Pdl. Berlusconi non le ha mai volute e avrebbe preferito una più rapida consultazione via call center

ROMA - E pensare che non molto tempo fa il timore era che la competizione si trasformasse in una gara tra 'Biancaneve e i sette nani'. E invece, quasi quasi - ora - Angelino Alfano ci metterebbe la firma. Perchè ciò che si materializza all'orizzonte è qualcosa che viene definito indifferentemente come «fiera delle vanità» o «ciro Barnum» senza andare troppo lontano dalla realtà. Ennesimo capitolo della difficile saga delle primare del Pdl. Berlusconi non le ha mai volute e avrebbe preferito una più rapida consultazione via call center, ma il segretario ha insistito e alla fine - durante l'ultimo teso ufficio di presidenza - ha prevalso la sua linea. Ma le insidie incombono.

A oggi, per esempio, non è possibile avere un elenco ufficiale di coloro che hanno dato la loro disponibilità a candidarsi entro il termine previsto della mezzanotte di ieri. Inutile chiedere informazioni a via dell'Umiltà: la lista - viene spiegato - sarà fornita solo dopo le 12 di domenica, deadline entro la quale gli aspiranti dovranno presentare le 10mila firme necessarie a rendere valida la candidatura. Il fatto è che le domande pervenute sarebbero addirittura 19. Di queste solo una decina sono note, altre trapelano (come quella dell'attivista per i diritti dei disabili Germana Lanza o di Diego Righini), altre restano invece top secret. E' vero, il rischio di dare ribalta a parvenue in cerca di qualche secondo di visibilità esiste. Ma ancora di più, il timore è che la competizione finisca per trasformarsi in una barzelletta già prima di prendere il via. Il segretario preferirebbe una gara tra 5, massimo 6 competitor. Di certo avrebbe preferito che tra di loro non ci fosse Giorgia Meloni, capace di attingere ai voti degli ex An ma anche di competere sotto quelle insegne del rinnovamento che Alfano contava di sbandierare.

C'è chi questo rischio lo esplicita, come il candidato Gianpiero Samorì che paventa scenari da Circo Barnum, chi, come gli ex An Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, intimano ai candidati di evitare rese dei conti da congressi. E chi, come Alessandra Mussolini, decide di dare forfait alla competizione. Qualcuno maligna che in realtà si sia fatta due conti in tasca e che la soglia delle 10mila firme sarebbe stata per lei difficile da toccare, chi, al contrario, riferisce di un certo pressing del segretario per 'scoraggiare' la carica delle candidature. L'interessata, però, la mette giù diversamente: «Non partecipo - spiega - a una 'squallida resa dei conti'». Si ritira anche lo scrittore Alfonso Luigi Marra che però ha invece posto un problema di tempi e modalità per la raccolta e l'autentica delle firme.

I dubbi all'interno del partito, intanto, crescono. Il rischio che le primarie alla fine non si svolgano affatto o che ci si limiti a una consultazione semplificata, magari via internet o call center, esiste. Angelino Alfano tenta disperatamente di far mantenere alla competizione un'aura di credibilità. Il dato di fatto è tuttavia il probabile election day dell'11 marzo che rende impossibile la versione americana spalmata su due mesi. E così, l'ultima ipotesi allo studio, è quella di cercare di comprimere le primarie in sole due tranche, da svolgere una il 16 dicembre e l'altra il 13 gennaio. Ma - per dirla con un esponente di spicco di via dell'Umiltà - l'organizzazione è a ancora a zero.

E il Cavaliere? Berlusconi tornerà a Roma nella tarda mattinata di domani ma in programma non c'è nessun ufficio di presidenza convocato per discutere delle primarie. Ovviamente, nelle ultime ore, l'ex premier è stato piuttosto preso dall'affaire Spinelli. Eppure - viene riferito - buona parte del pomeriggio di oggi lo avrebbe trascorso ad Arcore a riprendere in mano il capitolo della sua lista, quella 'Forza Italia e dintorni' a cui pare non aver rinunciato. L'ex premier avrebbe infatti analizzato bozzetti, progetti e contattato possibili candidati. Senza, però, aver ancora sciolto definitivamente la riserva su un suo ritorno in campo. Eventualità che, inutile dirlo, sarebbe il requiem per le primarie.