29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Il Governo e la «strana maggioranza»

Napolitano, con Alfano si chiude il giro di consultazioni

I temi sul tavolo sono stati ancora una volta la legge elettorale, la conclusione della legislatura e anche un giro d'orizzonte sul provvedimento che regola l'incandidabilità su cui il governo sta spingendo per una rapida approvazione

ROMA - Giorgio Napolitano ha concluso il giro di consultazioni con i leader dei partiti della strana maggioranza incontrando oggi pomeriggio Angelino Alfano. La settimana scorsa il capo dello Stato aveva visto Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani. I temi sul tavolo sono stati ancora una volta la legge elettorale, la conclusione della legislatura e anche un giro d'orizzonte sul provvedimento che regola l'incandidabilità su cui il governo sta spingendo per una rapida approvazione.

NON IPOTIZZABILE IL VOTO ANTICIPATO - A quanto si apprende, il presidente della Repubblica avrebbe ribadito anche al segretario del Pdl, come ha fatto due giorni fa con una nota, che non è ipotizzabile il voto anticipato prima che sia stato concluso l'iter della legge di stabilità e soprattutto non senza aver modificato la legge elettorale. Il Quirinale resta vigile sulle trattative in corso in queste ore tra i partiti per trovare una mediazione sulla riforma, trattative che restano ancora poco chiare e che continueranno nei prossimi giorni durante l'iter al Senato. Per il capo dello Stato il 'paletto' resta quello del rispetto della rappresentatività chiesta dalla sentenza della Corte Costituzionale, tema legato al premio di maggioranza. La sua entità, la soglia dalla quale scatterebbe e i destinatari sono fondamentali infatti per assicurare sia una giusta rappresentanza delle forze in Parlamento sia la governabilità.

LA SCELTA DEI PARLAMENTARI - Il secondo nodo da sciogliere riguarda la scelta dei parlamentari, un tema che è diventato e diventerà sempre di più argomento di campagna elettorale soprattutto per quelle forze che puntano sull'antipolitica, come l'M5S, ecco perchè i partiti, Pd compreso, cominciano ad interrogarsi sull'opportunità di mantenere le liste bloccate che hanno prodotto quel Parlamento di nominati tanto inviso alla pubblica opinione. Anche se ormai, viene fatto notare, il tempo per una riscrittura dei collegi sta per scadere. L'impressione insomma è che ci siano ancora troppe posizioni in campo, anche all'interno dei partiti, perciò Napolitano potrebbe decidere di attendere ogni suo ulteriore intervento fino a quando non si capirà cosa bolle davvero in pentola, ossia quando in Senato si andrà ai voti in Aula. L'intesa infatti dovrebbe essere raggiunta prima del passaggio alla Camera, visto che difficilmente la riforma della legge elettorale riuscirebbe a passare per una seconda lettura.