24 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Il Premier al Meeting di Rimini

Monti: Nostre politiche nell'interesse dei giovani

Il Presidente del Consiglio: Scrostiamo potere corporativo che spesso rende rigidi i mercati. Un'intera generazione di giovani paga conto salatissimo. La crescita non si fa con il denaro pubblico, è un'illusione. Il governo sta mettendo semi per nuova direzione. Risorgono i populismi, politica non guardi al breve

RIMINI - Il Governo Monti sta «cercando di orientare le politiche soprattutto nell'interesse dei giovani». Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, in occasione della visita alla mostra allestita al Meeting di Cl a Rimini «L'imprevedibile istante». Il premier ha spiegato che il Governo sta agendo «non solo nel campo della scuola, dell'università e della ricerca, ma anche nel campo del lavoro e nello scrostare il potere corporativo che spesso rende rigidi i mercati. E' quasi impossibile l'ingresso per i più giovani».

Un'intera generazione di giovani paga conto salatissimo - C'è un'intera generazione di giovani, anche non più giovanissimi che sta pagando il conto «salatissimo» della scarsa lungimiranza delle decisioni dei governi degli ultimi decenni.
«Ho usato l'espressione 'generazione perduta' per dire dello sperpero dell'intera generazione di persone che giovani non lo sono più, molti hanno superato i 40 anni e che pagano le conseguenze della scarsa lungimiranza di chi nei decenni precedenti, e non mi riferisco a nessun governo in particolare, non ha pensato ai giovani. Un'intera generazione sta pagando un conto salatissimo».
«Un sistema poco equilibrato - ha poi continuato - rende più difficile per i giovani trovare lavoro».

La crescita non si fa con il denaro pubblico, è un'illusione - «La crescita è evidentemente il risultato non del pompaggio di denaro pubblico nell'economia, come in passato ci si è illusi, ma è soprattutto la rimozione di ostacoli strutturali». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti.
Nel suo intervento al Meeting di Cl di Rimini Monti ha elencato alcuni degli «ostacoli» che impediscono la crescita dell'Italia: «Le infrastrutture che hanno bisogno di 20 anni per essere decise e costruite, la scarsità di concorrenza e tante altre cose...». Per la crescita di un paese, secondo il premier, non servono soltanto interventi tecnici: «Moltissimo si può fare con la politica» per «rendere più efficiente il mercato».

Il governo sta mettendo semi per nuova direzione - «Nel breve tempo per il quale questo governo è stato chiamato a operare, si possono mettere dei semi. Ne abbiamo messi tanti e ne stiamo mettendo tanti». Parlando di quello che è stato fatto dall'esecutivo Monti ha spiegato che «in pochi mesi non si può fare di più ma si può credere di imprimere una direzione migliore».
Rispondendo poi a una domanda sull'evoluzione del Meeting al quale Monti aveva già partecipato nel 2004, il premier ha sottolineato che la sua importanza è cresciuta nel corso del tempo: «in un momento in cui l'Italia e l'Europa sono in difficoltà è qui che credo ci siano le molle per una rinascita e per la crescita».

Risorgono i populismi, politica non guardi al breve - «Stanno risorgendo movimenti populisti e demagogici che vogliono eliminare e tenere lontani il 'diverso' non solo quelli che vengono dall'Africa, ma anche di un'altra nazionalità europea».
Per il premier «in una fase in cui l'Europa e il mondo si salvano solo c'è più integrazione, l'appiattirsi delle decisioni politiche guardando al 'short term', al localismo, è il male principale delle nostre società, grandissimo problema per la democrazia».

Una tragedia se l'Euro diventa fattore di disgregazione - «La maggiore tragedia per l'Europa e per l'Italia sarebbe se l'euro da pinnacolo della costruzione europea, da Madonnina come direbbero a Milano coronamento del sogno di integrazione europea, diventasse fattore di disgregazione, fattore di nascita di pregiudizi del Nord verso e il Sud e del Sud verso il Nord». Lo ha sottolineato il premier Mario Monti, nel suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini «Sarebbe un fatto grave - ha aggiunto - non è un fatto tecnico».

Vedo avvicinarsi momento in cui se ne esce - «Per molti aspetti vedo avvicinarsi il momento in cui si esce» dalla crisi.
«Cos'è la crisi?», si è domandato Monti. «E' il momento in cui si esce, e per molti aspetti lo vedo avvicinarsi, da una fase economica e sociale? O è la situazione che precede il momento in cui si rende necessario che tutti si rimbocchino le maniche» per avviare la ripresa.